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Papa Francesco incontra questa mattina 60.000 membri di Comunione e Liberazione

ANSA710080_ArticoloQuesta mattina, sabato 7 marzo, sono attese in piazza San Pietro 60mila persone provenienti da tutto il mondo. Saranno presenti esponenti di altre religioni, tra cui ortodossi, ucraini, russi e bielorussi, anglicani e musulmani. In piazza San Pietro anche detenuti delle carceri di Chiavari, Padova, Napoli, Como e Forlì con i loro accompagnatori.

Con le parole di mons. Luigi Giussani, scomparso 10 anni fa, ripercorriamo la storia di un movimento ecclesiale frutto dell’esperienza studentesca milanese del 1969 alla quale aderì don Giussani, già insegnante di religione al liceo classico Berchet di Milano, che testimonia la bellezza di essere cristiani in sintonia con la cultura contemporanea. CL nasce dall’inquietudine giovanile degli anni ’60, quando si diffondeva l’opinione che il cristianesimo fosse qualcosa di faticoso e opprimente da vivere. Don Giussani si impegnò a ridestare nei giovani l’amore verso Cristo, ripetendo che solo Lui è la strada verso la realizzazione dei desideri più profondi del cuore dell’uomo e che Cristo non ci salva a dispetto della nostra umanità, ma attraverso di essa.

Luca Collodi della Radio Vaticana ha intervistato Davide Prosperi, vice-presidente della Fraternità di CL, John Zucchi, responsabile di CL in Canada ed estratti audio delle riflessioni tenute da don Giussani a giovani ed adulti di CL. 

“Tutti noi, ha scritto in un messaggio don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL, agli aderenti a Comunione e Liberazione in preparazione all’udienza papale, siamo stati educati a riconoscere nella figura di Pietro il fondamento della nostra fede. Siamo contenti di potere esprimere al successore dell’Apostolo tutta la nostra devozione e la nostra gratitudine per come sostiene la nostra fede, ogni giorno, con la sua continua testimonianza e attraverso il suo magistero così pertinente alle sfide del presente. Senza la sua figura, nella quale si manifesta in modo eminente la successione apostolica, la nostra fede sarebbe destinata a soccombere tra le tante interpretazioni del fatto cristiano generate dall’uomo”. “Più mi tuffo in queste riflessioni e più il mio pensiero va a don Giussani, scrive ancora Carrónche ci ha educato a guardare il Papa per questa sua rilevanza unica nella nostra vita. Con il trascorrere degli anni cresce la gratitudine che sentiamo per il dono della sua persona, della sua testimonianza e della sua dedizione totale nell’accompagnare ciascuno di noi affinché potesse diventare sempre più maturo nella fede. È così che ci ha trascinati a Cristo, rendendoLo sempre più affascinante, fino a farLo diventare la Presenza più cara nella nostra vita.  Per questo andiamo a Roma. Non per un incontro celebrativo, ma solo per il desiderio di imparare da papa Francesco come essere cristiani in un mondo in così rapida trasformazione”.

(Servizio di Luca Collodi per la Radio Vaticana)

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