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Papa Francesco: ‘In questo tempo di Avvento lasciamoci scuotere dal tepore e svegliamoci dal sonno!’

 

Le parole di Papa Francesco prima dell’Angelus

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! e buona domenica!
Nel Vangelo della Liturgia odierna ascoltiamo una bella promessa che ci introduce nel Tempo di Avvento: «Il Signore vostro verrà» (Mt 24,42). Questo è il fondamento della nostra speranza, è ciò che ci sostiene anche nei momenti più difficili e dolorosi della nostra vita: Dio viene. E’ vicino viene. Non dimentichiamolo mai! Sempre il Signore viene, ci fa visita, si fa vicino, e ritornerà alla fine dei tempi per accoglierci nel suo abbraccio. Davanti a questa parola, ci chiediamo: come viene il Signore? E come riconoscerlo e accoglierlo? Soffermiamoci brevemente su questi due interrogativi.

La prima domanda: come viene il Signore? Tante volte abbiamo sentito dire che il Signore è presente nel nostro cammino, che ci accompagna e ci parla. Ma forse, distratti come siamo da tante cose, questa verità rimane per noi solo teorica ; oppure immaginiamo che il Signore venga in modo eclatante, magari attraverso qualche segno prodigioso. E cosa facevano ai giorni di Noè? Semplicemente le cose normali e quotidiane della vita: «mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito» (v. 38).

Teniamo conto di questo: Dio si nasconde nelle situazioni più comuni e ordinarie della nostra vita. Non viene in eventi straordinari, ma nelle cose di ogni giorno. E lì, nel nostro lavoro quotidiano, in un incontro casuale, nel volto di una persona che ha bisogno, anche quando affrontiamo giornate che appaiono grigie e monotone, proprio lì c’è il Signore, che ci chiama, ci parla e ispira le nostre azioni.

Angelus Papa Francesco
Angelus Papa Francesco

Tuttavia, c’è una seconda domanda: come riconoscere e accogliere il Signore? Dobbiamo essere svegli, attenti, vigilanti. Gesù ci avverte: c’è il pericolo di non accorgerci della sua venuta ed essere impreparati alla sua visita. Ho ricordato altre volte quanto diceva Sant’Agostino: «Temo il Signore che passa» (Serm. 88,14.13), cioè temo che Lui passi e io non lo riconosca! Infatti, di quelle persone del tempo di Noè, Gesù dice che mangiavano e bevevano «e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti» (v. 39). Facciamo attenzione a questo: non si accorsero di nulla! Erano presi dalle loro cose e non si resero conto che stava per venire il diluvio. Infatti Gesù dice che, quando Lui verrà, «due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato» (v. 40). (…) In che senso? Qual è la differenza? Semplicemente che uno è stato vigilante, capace di scorgere la presenza di Dio nella vita quotidiana; l’altro, invece, era distratto, ha “tirato a campare” e non si è accorto di nulla.

Fratelli e sorelle,
in questo tempo di Avvento lasciamoci scuotere dal torpore e svegliamoci dal sonno! Proviamo a chiederci: sono consapevole di ciò che vivo, sono attento, sono sveglio? Cerco di riconoscere la presenza di Dio nelle situazioni quotidiane, oppure sono distratto e un po’ travolto dalle cose? Se non ci accorgiamo oggi della sua venuta, saremo impreparati anche quando verrà alla fine dei tempi. Perciò, restiamo vigilanti!

Ci aiuti la Vergine Santa, Donna dell’attesa, che ha saputo cogliere il passaggio di Dio nell’umile e nascosta vita di Nazaret e lo ha accolto nel suo grembo.

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