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Papa Francesco, domenica prossima il viaggio in Canada, ma lo sguardo resta alla guerra in Ucraina

Dopo la preghiera mariana dell’Angelus, Papa Francesco ha ricordato in Germania la beatificazione del gesuita Giovanni Filippo Jeningen.

Lo chiamavano il “buon padre Filippo” per l’apertura alle persone che incontrava, trasmettendo loro l’amore del Cuore di Cristo e aiutandole nei bisogni spirituali e materiali.

In sintesi, per essere riuscito a guardare l’uomo con lo sguardo di Dio.

Così il cardinale gesuita Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Luxembourg, ha ricordato il confratello tedesco Giovanni Filippo Jeningen, elevandolo agli onori degli altari stamattina, sabato 16 luglio. Il porporato ha presieduto il rito di beatificazione in rappresentanza di Papa Francesco a Ellwangen in Germania.

Il Pontefice ha poi lanciato un appello per lo Sri Lanka ed espresso ancora una volta la propria vicinanza alla popolazione dell’Ucraina, ogni giorno scossa da una “pioggia di missili”. E ha ricordato l’imminente viaggio apostolico in Canada, “un pellegrinaggio penitenziale”.

Francesco incontra in udienza le delegazioni dei popoli indigeni del Canada
Francesco incontra in udienza le delegazioni dei popoli indigeni del Canada

Il Pontefice domenica prossima inizierà il suo 38° viaggio apostolico.

Quattro le tappe: Edmonton, Maskwacis, Québec e Iqaluit. Motivo della visita, dopo l’incontro in Vaticano dell’aprile scorso, l’abbraccio del Pontefice alle popolazioni indigene e alla Chiesa locale

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Un viaggio all’insegna del perdono e della riconciliazione.

Il perdono a Dio e le scuse – già espresse dal Papa – agli indigeni First Nations, Métis e Inuit nell’incontro dell’aprile scorso in Vaticano, sono stati il primo passo per l’apertura di un dialogo proficuo e per chiudere una pagina dolorosa, fatta di mancato rispetto della cultura e delle tradizioni dei popoli autoctoni, di sradicamento dei minori dalle proprie famiglie per essere educati all’occidentale nelle cosiddette ‘scuole residenziali’, volute dal governo canadese e amministrate, tra la fine del XIX secolo fino al 1996, dalla Chiesa cattolica, da quelle anglicana e protestante.

Circa 6 mila ragazzi sono scomparsi e i loro corpi sarebbero stati ritrovati in fosse comuni. Molti di loro sarebbero deceduti probabilmente in seguito ad abusi e a punizioni sproporzionate.

L’Angelus di questa domenica 17 luglio con Papa Francesco

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