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Papa Francesco aprirà la Porta santa della carità all’ostello Caritas di Roma

Papa Francesco aprirà la Porta santa della carità all'ostello Caritas di RomaIl 18 dicembre Papa Francesco aprirà la Porta santa della carità all’Ostello della Caritas di via Marsala, vicino la Stazione Termini di Roma. Lo ha annunciato il cardinale vicario Agostino Vallini durante la sessione conclusiva del Convegno diocesano di Roma che si è tenuta ieri nella basilica di San Giovanni in Laterano con i catechisti e gli operatori pastorali. Dopo l’apertura il Papa visiterà la mensa dell’ostello dedicata a San Giovanni Paolo II, che tornerà in funzione nel mese di novembre. Un’altra Porta Santa, oltre a quelle delle quattro Basiliche maggiore, sarà aperta al santuario del Divino Amore.

Prima di questi annunci il cardinale vicario ha esposto le conclusioni del Convegno diocesano del 2015, tappa finale degli oltre 50 laboratori di discussione sul tema “Noi genitori testimoni della bellezza”. L’obiettivo è quello di integrare madri e padri nella vita della Chiesa e della parrocchia, accompagnandoli durante l’iniziazione cristiana dei figli e accogliendoli se vengono da ferite famigliari profonde. Il servizio di Michele Raviart per la Radio Vaticana:

L’iniziazione cristiana non è la preparazione ai Sacramenti, ma è cominciare a vivere da cristiani attraverso i Sacramenti. In questo senso, spiega il cardinale Vallini, il coinvolgimento dei genitori nella formazione di chi si battezza, riceve la Prima Comunione e la Cresima diventa essenziale. Come evidenziato, gli anni di iniziazione cristiana sono anni in cui molti genitori si riavvicinano alla Chiesa e la parrocchia deve essere in grado di far sentire loro “un’aria di casa”, nella quale trovano una comunità viva e “sentono che il Vangelo è prezioso per loro e per i loro figli”. Il primo passo deve essere quello dell’accoglienza.

In vista del prossimo Sinodo, continua il cardinale Vallini, il Papa ci dice chiaramente che occuparsi della famiglia vuol dire essere una “Chiesa in uscita” e, in alcuni casi “andare nelle periferie”. Lo testimonia il dramma dell’immigrazione in cui l’accoglienza ai migranti spesso corrisponde all’accoglienza di famiglie. Il secondo passo è quello dell’accompagnamento nella fede, che è un opera di misericordia. Ed è tanto più vero – nell’Anno Santo a questo dedicato – per le famiglie che vengono da situazioni difficili – separati, divorziati risposati o impegnati in relazioni di altro tipo. L’invito è quello di raccomandare a questi genitori di fare il possibile per educare i loro figli alla vita cristiana, “dando loro l’esempio di una fede convinta e praticata” e invitandoli a “compiere nella liturgia quei gesti che ne valorizzano la loro testimonianza di credenti” per far sentire “quanto il Signore li ami e quanto la Chiesa riconosca la bellezza della loro partecipazione, pur nella consapevolezza del dolore che vive chi non riceve l’Eucarestia”.

In un contesto in cui parallelamente il 30 percento dei genitori cattolici affida totalmente alla parrocchia la trasmissione della fede e in cui molti genitori che si dichiarano non cattolici decidono comunque di battezzare i loro figli, il ruolo della Chiesa diventa decisivo per rispondere a questo bisogno religioso. Per questo è necessario coinvolgere i genitori in momenti di condivisione e di confronto, attraverso una serie di strumenti che vanno da una migliore formazione dei catechisti a un maggiore raccordo tra scuola, famiglia e parrocchia.



A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana

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