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Papa Francesco all’udienza: Gesù è veramente il volto misericordioso del Padre!

Nessuno è escluso dal Perdono di Dio, basta che si avvicini a Gesù pentito e con la voglia di essere abbracciato. Lo ha ricordato Papa Francesco nel corso della catechesi durante l’udienza generale di questo mercoledì 28 settembre in piazza San Pietro. Ricordando il buon ladrone, nella parte finale hai poi detto: Il buon ladrone lo ha chiamato per nome, Gesù, una preghiera breve che tutti noi possiamo farla tante volte nel corso della giornata. Gesù, Gesù, Gesù.

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Le parole pronunciate da Papa Francesco

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Le parole che Gesù pronuncia durante la sua Passione trovano il loro culmine nel perdono, Gesù perdona: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). Non sono soltanto parole, perché diventano un atto concreto nel perdono offerto al “buon ladrone”. San Luca racconta di due malfattori crocifissi con Gesù, i quali si rivolgono a Lui con atteggiamenti opposti. Il primo lo insulta, come lo insultava tutta la gente lì, come fanno i capi del popolo, ma spinto dalla disperazione: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!» (Lc 23,39). Questo grido testimonia l’angoscia dell’uomo di fronte al mistero della morte e la tragica consapevolezza che solo Dio può essere la risposta liberatrice: perciò è impensabile che il Messia, l’inviato di Dio, possa stare sulla croce senza far nulla per salvarsi. Non capivano il mistero del sacrificio di Gesù. E invece Gesù ci ha salvati rimanendo sulla croce. E tutti noi sappiamo che non è facile rimanere sulla croce, sulle nostre piccole croci di ogni giorno, Lui su questa grande croce e sofferenza è rimasto, lì ci ha salvato, ha mostrato la sua grande onnipotenza e ci ha perdonato.

Lì si compie la sua donazione d’amore e scaturisce per sempre la nostra salvezza. Morendo in croce, innocente tra due criminali, Egli attesta che la salvezza di Dio può raggiungere qualunque uomo in qualunque condizione, anche la più negativa e dolorosa, la Salvezza di Dio è per tutti, nessuno escluso, è offerta a tutti. Per questo il Giubileo è tempo di grazia e di misericordia per tutti, buoni e cattivi, quelli che sono in salute e quelli che soffrono. Nulla ci può separare dall’amore di Cristo!(cfr Rm 8,39).  La chiesa è per tutti, non solo per i buoni o quelli che si credono buoni o pensano di esserlo. La Chiesa è per tutti,soprattutto per i cattivi. A chi è inchiodato su un letto di ospedale, a chi vive chiuso in una prigione, a quanti sono intrappolati dalle guerre, dico: guardate il Crocifisso; Dio è con voi, rimane con voi sulla croce e a tutti si offre come Salvatore. Lasciate che la forza del Vangelo penetri nel vostro cuore e vi consoli, vi dia speranza e l’intima certezza che nessuno è escluso dal suo perdono.  Nessuno è escluso dal Perdono di Dio, basta che si avvicini a Gesù pentito e con la voglia di essere abbracciato.

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Questo era il primo malfattore. L’altro è il cosiddetto “buon ladrone”. Le sue parole sono un meraviglioso modello di pentimento, una catechesi concentrata per imparare a chiedere perdono a Gesù. Prima, egli si rivolge al suo compagno: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena?» (Lc 23,40). Così pone in risalto il punto di partenza del pentimento: il timore di Dio, il rispetto filiale. Non la paura di Dio, ma quel rispetto che si deve a Dio perché è Dio. Il buon ladrone richiama l’atteggiamento fondamentale che apre alla fiducia in Dio: la consapevolezza della sua onnipotenza e della sua infinita bontà. E’ questo rispetto fiducioso che aiuta a fare spazio a Dio e ad affidarsi alla sua misericordia, anche nel buio più fitto. Poi, il buon ladrone dichiara l’innocenza di Gesù e confessa apertamente la propria colpa: «Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male» (Lc 23,41). Dunque Gesù è lì sulla croce per stare con i colpevoli: attraverso questa vicinanza, Egli offre loro la salvezza. Ciò che è scandalo per i capi e per il primo ladrone, per questo invece è fondamento della sua fede. E così il buon ladrone diventa testimone della Grazia; l’impensabile è accaduto: Dio mi ha amato a tal punto che è morto sulla croce per me. La fede stessa di quest’uomo è frutto della grazia di Cristo: i suoi occhi contemplano nel Crocifisso l’amore di Dio per lui, povero peccatore. E’ vero era un ladro, un peccatore, ma alla fine pentito per quello che ha fatto ha guardato Gesù e ha chiesto perdono ed è riuscito a “rubarsi” il Cielo, era una bravo ladro!
Il buon ladrone si rivolge infine direttamente a Gesù, invocando il suo aiuto: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno» (Lc 23,42). Lo chiama per nome, “Gesù”, con confidenza, e così confessa ciò che quel nome indica: “il Signore salva”. Quell’uomo chiede a Gesù di ricordarsi di lui. Quanta tenerezza in questa espressione, quanta umanità! E’ il bisogno dell’essere umano di non essere abbandonato, che Dio gli sia sempre vicino. In questo modo un condannato a morte diventa modello del cristiano che si affida a Gesù; è profondo questo: un condannato a morte è modello del crisitiano che si affida a Gesù e anche modello della Chiesa che nella liturgia tante volte invoca il Signore dicendo: “Ricordati… Ricordati…”.
Mentre il buon ladrone parla al futuro: «quando entrerai nel tuo regno», la risposta di Gesù dice «oggi sarai con me nel paradiso» (v. 43). Nell’ora della croce, la salvezza di Cristo raggiunge il suo culmine; e la sua promessa al buon ladrone rivela il compimento della sua missione: salvare i peccatori. All’inizio del suo ministero, nella sinagoga di Nazaret, Gesù aveva proclamato «la liberazione ai prigionieri» (Lc 4,18); a Gerico, nella casa del pubblico peccatore Zaccheo, aveva dichiarato che «il Figlio dell’uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (Lc 19,9). Sulla croce, l’ultimo atto conferma il realizzarsi di questo disegno salvifico. Dall’inizio alla fine Egli si è rivelato Misericordia, incarnazione definitiva e irripetibile dell’amore del Padre. Gesù è davvero il volto della misericordia del Padre.
Il buon ladrone lo ha chiamato per nome, Gesù, una preghiera breve che tutti noi possiamo farla tante volte nel corso della giornata. Gesù, Gesù, Gesù.
Grazie

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+++ Il video servizio a cura del Centro Televisivo Vaticano +++
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Il saluto del Papa a terremotati e operai licenziati in Basilicata
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All’udienza generale, il Papa ha riservato come al solito i saluti finali ai pellegrini di lingua italiana, rivolgendosi innanzitutto ai fedeli della Diocesi di Ascoli che hanno sofferto il terremoto. Queste le sue parole: Sono lieto di accogliere i fedeli delle Diocesi di Ascoli Piceno – anche voi avete sofferto! – con il Vescovo Mons. Giovanni D’Ercole, e di Otranto con l’Arcivescovo Mons. Donato Negro, e quelli di Modena-Nonantola. Cari fratelli e sorelle, il vostro pellegrinaggio per l’Anno Santo esprima il senso di comunione con la Chiesa universale e vi renda testimoni di misericordia nelle vostre chiese locali.

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Saluto la delegazione della Diocesi di Roma che ha preparato la Settimana della Famiglia, che si terrà dal 2 all’8 ottobre. Per loro accenderò tra poco una fiaccola, simbolo dell’amore delle famiglie di Roma e del mondo intero.
Un pensiero speciale rivolgo all’Arcivescovo di Potenza e al gruppo di operai licenziati della Basilicata, ed auspico che la grave congiuntura occupazionale possa trovare una positiva soluzione mediante un incisivo impegno da parte di tutti per aprire vie di speranza. Non può salire più la percentuale della disoccupazione!

Saluto le partecipanti al Capitolo Generale delle Suore Terziarie Cappuccine della Sacra Famiglia; l’Associazione Anziani con i ciclisti del Gruppo Generali; i partecipanti all’iniziativa “Italian Wonder Ways” con il Vescovo Mons. Paolo Giulietti; e i fedeli di Pieve di Soligo, qui presenti per ricordare l’anniversario della morte di Giovanni Paolo I. Porgo infine il mio saluto ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli. L’esempio di carità di san Vincenzo de’ Paoli, che ieri abbiamo ricordato quale patrono delle associazioni di carità, conduca voi, cari giovani, ad attuare i progetti del vostro futuro con un gioioso e disinteressato servizio al prossimo. Aiuti voi, cari ammalati, ad affrontare la sofferenza con lo sguardo rivolto a Cristo. E solleciti voi, cari sposi novelli, a costruire una famiglia sempre aperta ai poveri e al dono della vita.

a cura di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys

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