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Papa Francesco all’udienza generale: Dio non è un padrone, ma un Padre

La Bibbia chiama “Le dieci Parole” i comandamenti che stabiliscono l’alleanza tra Dio e l’uomo e il Papa nella sua catechesi ne spiega il motivo. Dio apre con noi un dialogo, dice, non è un despota, le sue sono parole d’amore che ci fanno liberi

Adriana Masotti – Città del Vaticano

Seconda catechesi dedicata ai dieci Comandamenti nell’Udienza generale di stamattina in piazza san Pietro. Francesco sottolinea che essi sono parte di una relazione, quella tra Dio e il suo popolo e che nella Bibbia i comandamenti vengono chiamati ‘parole’, le dieci Parole, anche se hanno forma di leggi. Quindi spiega la differenza.

Dio apre un dialogo con l’uomo

“Il comando è una comunicazione che non richiede il dialogo – afferma il Papa –  la parola, invece, è il mezzo essenziale della relazione come dialogo”.  “L’amore si nutre di parole” – continua – una cosa è ricevere un ordine, altra cosa “è percepire che qualcuno cerca di parlare con noi”. L’immagine di un Dio despota è proprio quella che fin dall’inizio il demonio ha cercato di inculcare nell’uomo, lui “ha fatto credere che una parola d’amore fosse un comando”.

La sfida è proprio questa: la prima norma che Dio ha dato all’uomo, è l’imposizione di un despota che vieta e costringe, o è la premura di un papà che sta curando i suoi piccoli e li protegge dall’autodistruzione? La più tragica, fra le varie menzogne che il serpente dice a Eva, è la suggestione di una divinità invidiosa e possessiva. I fatti dimostrano drammaticamente che il serpente ha mentito

Le domande del Papa ai fedeli in piazza

E Francesco domanda ai partecipanti all’udienza qual è la loro idea di Dio, quella di un padrone o quella di un Padre?  E sollecita la risposta: che cosa pensate voi? Per poi raccomandare: “Dio è Padre: non dimenticatevi mai questo. Mai. Anche nelle situazioni più brutte, pensate che avete un Padre che ci ama tutti”.  E ancora? “Noi ci sentiamo sudditi o figli?”

Lo Spirito Santo è uno Spirito di figli, è lo Spirito di Gesù. Uno spirito da schiavi non può che accogliere la Legge in modo oppressivo, e può produrre due risultati opposti: o una vita fatta di doveri e di obblighi, oppure una reazione violenta di rifiuto. Tutto il Cristianesimo è il passaggio dalla lettera della Legge allo Spirito che dà la vita. Gesù è la Parola del Padre, non è la condanna del Padre. Gesù è venuto a salvare, con la sua Parola, non a condannarci.

Abbiamo una mentalità da figli o da schiavi?

Ci sono cristiani che ragionano da figli e cristiani che ragionano da schiavi, dice il Papa, e gli altri se ne accorgono, e ridadisce: “I comandamenti sono il cammino verso la libertà”:

Il mondo non ha bisogno di legalismo, ma di cura. Ha bisogno di cristiani con il cuore di figli. Ha bisogno di cristiani con il cuore di figli: non dimenticatevi questo.
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Il saluto e la preghiera con gli ammalati

Prima di recarsi in piazza, il Papa ha incontrato nell’Aula Paolo VI vari gruppi di ammalati e in particolare un gruppo di ammalati di SLA alla vigilia della Giornata Mondiale sulla SLA. Francesco li ha ringraziati della loro visita, ha assicurato la sua preghiera e ha chiesto loro di pregare per lui. E li ha ricordati di nuovo all’inizio della catechesi dicendo: loro seguono con il maxischermo, ma “tutti insieme formiamo una comunità”.

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