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Papa Francesco all’Angelus: Dio è ansioso di usare misericordia!

“Gesù dona la gioia e possiamo dire che è ansioso di usare la sua misericordia” sono le parole pronunciate questa domenica da Papa Francesco durante la preghiera mariana dell’Angelus in piazza San Pietro, dopo che nella mattinata il Pontefice ha aperto la Porta Santa della Basilica di San Giovanni in Laterano e Celebrato nella Basilica romana la Santa Messa di questa domenica che coincide anche con il suo anniversario di ordinazione sacerdotale.

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Questa terza domenica di Avvento – ha osservato il Papa – ci aiuta a riscoprire una dimensione particolare della conversione: la gioia: “Oggi ci vuole coraggio a parlare di gioia, ci vuole soprattutto fede! Il mondo è assillato da tanti problemi, il futuro gravato da incognite e timori. Eppure il cristiano è una persona gioiosa, e la sua gioia non è qualcosa di superficiale ed effimero, ma di profondo e stabile, perché è un dono del Signore che riempie la vita. La nostra gioia deriva dalla certezza che «il Signore è vicino» (Fil 4,5)”.

Ecco le parole pronunciate prima dell’Angelus da Papa Francesco

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nel Vangelo di oggi c’è una domanda scandita per tre volte: «Che cosa dobbiamo fare?» (Lc 3,10.12.14). La rivolgono a Giovanni Battista tre categorie di persone: la folla in genere; i pubblicani, ossia gli esattori delle tasse; e alcuni soldati. Ognuno di questi gruppi interroga il profeta su quello che deve fare per attuare la conversione che egli sta predicando. La risposta di Giovanni alla domanda della folla è la condivisione dei beni di prima necessità: (…) «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (v. 11).

Agli esattori delle tasse dice di non esigere nulla di più della somma dovuta (cfr v. 13); (…) ai soldati domanda di non estorcere niente a nessuno ma di accontentarsi delle loro paghe (cfr v. 14). (…) Tre risposte per un identico cammino di conversione, che si manifesta in impegni concreti di giustizia e di solidarietà. E’ la strada che Gesù indica in tutta la sua predicazione: la strada dell’amore fattivo per il prossimo.

Da questi ammonimenti di Giovanni Battista comprendiamo quali fossero le tendenze generali di chi in quell’epoca deteneva il potere, sotto le forme più diverse. (…) Tuttavia, nessuna categoria di persone è esclusa dal percorrere la strada della conversione per ottenere la salvezza, nemmeno i pubblicani considerati peccatori per definizione. (…) Dio non preclude a nessuno la possibilità di salvarsi. Egli è ansioso di usare misericordia verso tutti e di accogliere ciascuno nel tenero abbraccio della riconciliazione e del perdono.
Questa domanda – che cosa dobbiamo fare? – la sentiamo anche nostra. La liturgia di oggi ci ripete, con le parole di Giovanni, che occorre convertirsi, bisogna cambiare direzione di marcia e intraprendere la strada della giustizia, della solidarietà, della sobrietà: sono i valori imprescindibili di una esistenza pienamente umana e autenticamente cristiana.

Convertitevi! È la sintesi del messaggio del Battista. E la liturgia di questa terza domenica di Avvento ci aiuta a riscoprire una dimensione particolare della conversione: la gioia. (…) «Rallègrati, figlia di Sion!», annuncia il profeta Sofonia rivolto a Gerusalemme (Sof 3,14); e l’apostolo Paolo esorta così i cristiani di Filippi: «Siate sempre lieti nel Signore» (Fil 4,4).

Oggi ci vuole coraggio a parlare di gioia, ci vuole soprattutto fede! Il mondo è assillato da tanti problemi, il futuro gravato da incognite e timori. Eppure il cristiano è una persona gioiosa, e la sua gioia non è qualcosa di superficiale ed effimero, ma di profondo e stabile, perché è un dono del Signore che riempie la vita. La nostra gioia deriva dalla certezza che «il Signore è vicino» (Fil 4,5). (…)

La Vergine Maria ci aiuti a rafforzare la nostra fede, perché sappiamo accogliere il Dio della gioia, il Dio della misericordia,che sempre vuole abitare in mezzo ai suoi figli. E la nostra Madre ci insegni a condividere le lacrime con chi piange, per poter condividere anche il sorriso.

I SALUTI DI PAPA FRANCESCO DOPO LA RECITA DELL’ANGELUS
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Cari fratelli e sorelle,

martedì prossimo, 15 dicembre, a Nairobi – che ho da poco visitato – inizierà la Conferenza Ministeriale dell’Organizzazione Internazionale del Commercio. Mi rivolgo ai Paesi che vi parteciperanno, affinché le decisioni che saranno prese tengano conto dei bisogni dei poveri e delle persone più vulnerabili, come anche delle legittime aspirazioni dei Paesi meno sviluppati e del bene comune dell’intera famiglia umana.

Oggi, in tutte le cattedrali del mondo, si apriranno le Porte Sante, perché il Giubileo della Misericordia possa essere vissuto pienamente nelle Chiese particolari. Auspico che questo momento forte stimoli tanti a farsi strumenti della tenerezza di Dio. Come espressione delle opere di misericordia, saranno aperte anche le “Porte della Misericordia” nei luoghi di disagio e di emarginazione. A questo proposito, saluto i detenuti delle carceri di tutto il mondo, specialmente quelli del carcere di Padova, che oggi sono uniti a noi spiritualmente per questo momento di preghiera, e li ringrazio per il dono del concerto.

Saluto tutti voi, pellegrini venuti da Roma, dall’Italia e da tante parti del mondo. In particolare saluto quelli provenienti da Varsavia e da Madrid. Un pensiero speciale rivolgo alla Fondazione Dispensario Santa Marta in Vaticano: ai genitori con i loro bambini, ai volontari e alle Suore Figlie della Carità; grazie per la vostra testimonianza di solidarietà e di accoglienza! E saluto anche i membri del Movimento dei Focolari insieme ad amici di alcune comunità islamiche. Andate avanti con coraggio nel vostro percorso di dialogo e di fraternità perché tutti siamo figli di Dio.

A tutti un cordiale augurio di buona domenica e di buon pranzo. Non dimenticate, per favore, di pregare per me. Arrivederci!

di Francesco Rossi per Redazione Papaboys

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