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Papa Francesco all’Angelus: E’ triste vedere ‘cristiani in poltrona’. Cosa mi impedisce di alzare il capo?

Ci sono tanti cristiani addormentati, senza slancio spirituale, senza ardore nel pregare, che tirano avanti le cose per inerzia, dobbiamo fare attenzione a tutto questo! sono le parole di Papa Francesco prima della recita della preghiera mariana dell’Angelus di questa domenica in una piazza San Pietro coperta dalle nuvole, alla presenza di migliaia di pellegrini.

Abbiamo bisogno di vigilare con le parole di Gesù, per non farci appesantire dagli affari della vita. Oggi è una buona occasione per chiederci: Cosa fa appesantire il mio cuore? Cosa fa appesantire il mio Spirito? E la preghiera ad accendere l’entusiasmo del cuore e risveglia l’anima dal sonno!

Papa Francesco Angelus della domenica
Papa Francesco Angelus della domenica

Le parole del Pontefice prima della recita dell’Angelus

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo della Liturgia di oggi, prima domenica di Avvento, prima domenica in preparazione del <natale, ci parla della venuta del Signore alla fine dei tempi. Gesù annuncia eventi desolanti e tribolazioni, ma proprio a questo punto ci invita a non avere paura. Perché? Perché andrà tutto bene? No, ma perché Egli verrà. Dice così: «Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina» (Lc 21,28).

È bello ascoltare questa Parola di incoraggiamento: risollevarci e alzare il capo perché proprio nei momenti in cui tutto sembra finito il Signore viene a salvarci; attenderlo con gioia anche nel cuore delle tribolazioni, nelle crisi della vita e nei drammi della storia. Attendere il Signore.

(continua dopo il video)

Guardiamo insieme l’ANGELUS di questa domenica

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Ma come si fa ad alzare il capo, a non farci assorbire dalle difficoltà, dalle sofferenze, dalle sconfitte? Gesù ci indica la via con un richiamo forte: «State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano […]. Vegliate in ogni momento pregando» (vv. 34.36).
“Vegliate”: la vigilanza. Fermiamoci su questo aspetto della vita cristiana. Dalle parole di Cristo vediamo che la vigilanza è legata all’attenzione: state attenti, non distraetevi, cioè restate svegli! Vigilare significa questo: non permettere che il cuore si impigrisca e che la vita spirituale si ammorbidisca nella mediocrità. Fare attenzione perché si può essere “cristiani addormentati , senza slancio spirituale, senza ardore nel pregare, senza entusiasmo per la missione, senza passione per il Vangelo.

E questo porta a “sonnecchiare”: a tirare avanti le cose per inerzia, a cadere nell’apatia, indifferenti a tutto tranne che a quello che ci fa comodo.

Abbiamo bisogno di vigilare per non trascinare le giornate nell’abitudine, per non farci appesantire – dice Gesù – dagli affanni della vita (cfr v. 34). Oggi, dunque, è una buona occasione per chiederci: che cosa appesantisce il mio cuore, il mio spirito? Che cosa mi fa accomodare sulla poltrona della pigrizia?  Quali sono le mediocrità che mi paralizzano, i vizi che mi schiacciano a terra e mi impediscono di alzare il capo?

E riguardo ai pesi che gravano sulle spalle dei fratelli, sono attento o indifferente? Queste domande ci fanno bene, perché aiutano a custodire il cuore dall’accidia, che è un grande nemico della vita spirituale. L’accidia è quella pigrizia che fa precipitare nella tristezza, che toglie il gusto di vivere e la voglia di fare. È uno spirito cattivo che inchioda l’anima nel torpore, rubandole la gioia.

Il Libro dei Proverbi dice: «Custodisci il tuo cuore, perché da esso sgorga la vita» (Pr 4,23). Custodire il cuore: questo significa vigilare!

E aggiungiamo un ingrediente essenziale: il segreto per essere vigilanti è la preghiera. Gesù infatti dice: «Vegliate in ogni momento pregando» (Lc 21,36). È la preghiera che tiene accesa la lampada del cuore. Specialmente quando sentiamo che l’entusiasmo si raffredda, la preghiera lo riaccende, perché ci riporta a Dio, al centro delle cose. Risveglia l’anima dal sonno e la focalizza su quello che conta, sul fine dell’esistenza. Anche nelle giornate più piene, non tralasciamo la preghiera. Può esserci di aiuto la preghiera del cuore, ripetere spesso brevi invocazioni. In Avvento, abituarci a dire, ad esempio: “Vieni, Signore Gesù”.  Ripetiamo questa preghiera lungo tutta la giornata: l’animo resterà vigile!

E ora preghiamo la Madonna: lei, che ha atteso il Signore con cuore vigilante, ci accompagni nel cammino dell’Avvento.

Francesco, dolore per chi muore nel Canale della Manica, in Bielorussia e nel Mediterrano

La preghiera ed il cuore del Papa sono con e per i migranti, per questo Francesco, nei saluti del dopo Angelus, è andato con il pensiero all’incontro del giorno prima, sabato 26 novembre, con i membri di associazioni e gruppi di migranti e di persone, presenti anche per l’Angelus in piazza San Pietro, che, ha detto il Papa, “in spirito di fraternità”, condividono il cammino dei migranti:

Ma quanti migranti – pensiamo questo – quanti migranti sono esposti, anche in questi giorni, a pericoli gravissimi, e quanti perdono la vita alle nostre frontiere! Sento dolore per le notizie sulla situazione in cui si trovano tanti di loro: di quelli che sono morti nel Canale della Manica; di quelli ai confini della Bielorussia, molti dei quali sono bambini; di quelli che annegano nel Mediterraneo. Tanto dolore pensando a loro. Di quelli che sono rimpatriati, a Nord dell’Africa, sono catturati dai trafficanti, che li trasformano in schiavi: vendono le donne, torturano gli uomini… Di quelli che, anche in questa settimana, hanno tentato di attraversare il Mediterraneo cercando una terra di benessere e trovandovi, invece, una tomba; e tanti altri. 

Francesco ha quindi assicurato la sua preghiera e la sua vicinanza a queste persone in difficoltà, ringraziando inoltre le istituzioni, della Chiesa cattolica e non solo, a partire dalle Caritas nazionali, e tutti coloro impegnati “nell’alleviare le sofferenze” dei migranti. Il Papa si è quindi rivolto direttamente a chiunque possa garantire il suo contributo:

Rinnovo l’appello accorato a coloro che possono contribuire alla risoluzione di questi problemi, in particolare alle Autorità civili e militari, affinché la comprensione e il dialogo prevalgano finalmente su ogni tipo di strumentalizzazione e orientino le volontà e gli sforzi verso soluzioni che rispettino l’umanità di queste persone.

Il Papa ha concluso invitando tutti i fedeli a rivolgere il pensiero ai migranti e alle loro sofferenze e a pregare in silenzio.

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