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Papa Francesco all’Angelus: Dio è tanto vicino a noi! Annunciare il Vangelo con mitezza senza sgridare nessuno!

Gesù è venuto per colmare la distanza tra l’uomo e Dio. Se Gesù è tutto dalla parte di Dio è anche tutto dalla parte dell’uomo. Queste le parole di Papa Francesco nell’introdurre la preghiera mariana dell’Angelus di questa domenica, commentando il Vangelo della Festa del Battesimo del Signore. Lo stile di Gesù è lo stile del servo umile e mite, munito solo della forza della verità. Anche lo stile missionario dei discepoli di Cristo deve essere quello di annunciare con mitezza, senza sgridare nessuno, senza arroganza o imposizioni. La vera missione non è mai proselitismo, ma attrazione a Cristo, che si fa con la nostra propria testimonianza.

Le parole di Papa Francesco prima della recita dell’Angelus

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi, festa del Battesimo di Gesù, il Vangelo (Mt 3,13-17) ci presenta la scena avvenuta presso il fiume Giordano: in mezzo alla folla penitente che avanza verso Giovanni il Battista per ricevere il battesimo c’è anche Gesù. Anche lui faceva la coda. Giovanni vorrebbe impedirglielo dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te» (Mt 3,14).
Il Battista infatti è consapevole della grande distanza che c’è tra lui e Gesù. Ma Gesù è venuto proprio per colmare la distanza tra l’uomo e Dio: se Egli è tutto dalla parte di Dio, è anche tutto dalla parte dell’uomo, e riunisce ciò che era diviso. Per questo chiede a Giovanni di battezzarlo, perché si adempia ogni giustizia (cfr v. 15), cioè si realizzi il disegno del Padre che passa attraverso la via dell’obbedienza e della solidarietà con l’uomo fragile e peccatore, la via dell’umiltà e della piena vicinanza di Dio ai suoi figli. Perché Dio è tanto vicino a noi, ma tanto!
Nel momento in cui Gesù, battezzato da Giovanni, esce dalle acque del fiume Giordano, la voce di Dio Padre si fa sentire dall’alto: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (v. 17). E nello stesso tempo lo Spirito Santo, in forma di colomba, si posa su Gesù, che dà pubblicamente avvio alla sua missione di salvezza; missione caratterizzata da uno stile, dallo stile del servo umile e mite, munito solo della forza della verità, come aveva profetizzato Isaia: «Non griderà, né alzerà il tono, […] non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità» (42,2-3). Servo umile e mite.

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Ecco lo stile di Gesù e anche del missionario dei discepoli di Cristo: annunciare il Vangelo con mitezza e fermezza, senza arroganza o imposizione. La vera missione non è mai proselitismo ma attrazione a Cristo. Ma come? come si fa? con la nostra propria testimonianza a partire dalla forte unione con Lui nella preghiera, nell’adorazione e nella carità concreta, che è servizio a Gesù presente nel più piccolo dei fratelli. Ad imitazione di Gesù, pastore buono e misericordioso, e animati dalla sua grazia, siamo chiamati a fare della nostra vita una testimonianza gioiosa che illumina il cammino, che porta speranza e amore.
Questa festa ci fa riscoprire il dono e la bellezza di essere un popolo di battezzati, cioè di peccatori – lo siamo tutti  – salvati dalla grazia di Cristo, inseriti realmente, per opera dello Spirito Santo, nella relazione filiale di Gesù con il Padre, accolti nel seno della madre Chiesa, resi capaci di una fraternità che non conosce confini e barriere.
La Vergine Maria aiuti tutti noi cristiani a conservare una coscienza sempre viva e riconoscente del nostro Battesimo e a percorrere con fedeltà il cammino inaugurato da questo Sacramento della nostra rinascita. E sempre umiltà, mitezza e fermezza.

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I saluti del Papa al termine dell’Angelus di questa domenica
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Cari fratelli e sorelle!
nel contesto della festa del Battesimo del Signore, stamattina ho  battezzato un bel gruppo di neonati: 28. Preghiamo per loro e per le loro famiglie. Anche ieri ho battezzato un’altra persona. E vorrei estendere la mia preghiera a tutti i genitori che in questo periodo si stanno preparando al Battesimo di un loro figlio, o lo hanno appena celebrato. Invoco lo Spirito Santo su di loro e sui bambini, perché questo Sacramento, così semplice e nello stesso tempo così importante, sia vissuto con fede e con gioia.
Vorrei inoltre invitare ad unirsi alla Rete Mondiale di Preghiera del Papa, che diffonde, anche attraverso le reti sociali, le intenzioni di preghiera che propongo ogni mese a tutta la Chiesa. Così si porta avanti l’apostolato della preghiera e si fa crescere la comunione.

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In questi giorni di tanto freddo o pensato e vi invito a pensare a tutte le persone che vivono per strada, colpiti dal freddo e a volta dalla’indifferenza. Purtroppo alcuni hanno perso la vita. Che il Signore ci aiuti a essere vicini a queste persone.
Saluto tutti voi, fedeli di Roma e pellegrini italiani e di vari Paesi, in particolare il gruppo di giovani di Cagliari, che incoraggio a proseguire il cammino iniziato con il Sacramento della Confermazione. E li ringrazio perché mi offrono l’occasione di sottolineare che la Confermazione o Cresima non è solo un punto di arrivo, o come dicono alcuni “sacramento del congedo” … no, ma anche e soprattutto un punto di partenza nella vita cristiana. Avanti, con la gioia del Vangelo!
Auguro a tutti una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!




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+++ Il video servizio a cura del Centro Televisivo Vaticano +++
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A cura di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys

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