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Papa Francesco ai sacerdoti: ‘Lavorate con le famiglie e per la famiglia’

10341769_750914828292288_998633787081906432_n - CopiaCASSANO ALLO IONIO – Né “impiegati”, né “schermi”, ma “canali”. È l’identikit del prete, tracciato dal Papa incontrando oggi i sacerdoti nella cattedrale di Cassano all’Jonio, terza tappa del viaggio in Calabria. “Ho molto desiderato questo incontro con voi che portate il peso quotidiano del lavoro parrocchiale”, ha esordito il Papa nel suo discorso, in cui ha detto di voler “prima di tutto condividere con voi la gioia di essere preti”. “A volte – l’analisi di Francesco – non è facile rimanere davanti al Signore, non è facile perché siamo presi da tante cose, da tante persone, ma a volte non è facile perché sentiamo un certo disagio, lo sguardo di Gesù ci inquieta un po’, ci mette anche in crisi… Ma questo ci fa bene!”. “Nel silenzio della preghiera – ha detto il Papa – Gesù ci fa vedere se stiamo lavorando come buoni operai, oppure forse siamo diventati un po’ degli impiegati; se siamo dei canali aperti, generosi attraverso cui scorre abbondante il suo amore, la sua grazia, o se invece mettiamo al centro noi stessi, e così al posto di essere canali diventiamo schermi che non aiutano l’incontro con il Signore”.

“Reagire” alla “cultura soggettivistica” e all’“individualismo pastorale” con la “scelta della fraternità”, chiamati a riscoprire “la bellezza della fraternità: dell’essere preti insieme, del seguire il Signore non da soli, non a uno a uno, ma insieme, pur nella grande varietà dei doni e delle personalità”. È proprio questo, infatti, che “arricchisce il presbiterio, questa varietà di provenienze, di età, di talenti, e tutto vissuto nella comunione, nella fraternità”. Un compito, questo, che “non è facile, non è immediato e scontato”; h detto il Papa: “Prima di tutto perché anche noi preti siamo immersi nella cultura soggettivistica di oggi, questa cultura che esalta l’io fino a idolatrarlo. E poi a causa di un certo individualismo pastorale che purtroppo è diffuso nelle nostre diocesi”. Nasce da qui la necessità della “scelta” della fraternità, della “comunione in Cristo nel presbiterio, intorno al vescovo”, che “chiede di essere vissuta cercando forme concrete adeguate ai tempi e alla realtà del territorio, ma sempre in prospettiva apostolica, con stile missionario, con fraternità e semplicità di vita”.

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“Vi incoraggio nel vostro lavoro con le famiglie e per le famiglie”. È l’invito rivolto ai sacerdoti, nella cattedrale di Cassano all’Jonio. “È un lavoro che il Signore ci chiede di fare in modo particolare per questo tempo – ha proseguito il Papa – che è un tempo difficile sia per la famiglia come istituzione, sia per le famiglie, a causa della crisi. Ma proprio quando il tempo è difficile, Dio fa sentire la sua vicinanza, la sua grazia, la forza profetica della sua Parola. E noi siamo chiamati ad essere testimoni, mediatori di questa vicinanza alle famiglie e di questa forza profetica per la famiglia”. Al termine del suo discorso, il Papa si è trattenuto in cattedrale per rispondere alle domande dei sacerdoti.

Al termine, il Papa farà una breve sosta in Episcopio, per poi recarsi, intorno alle 13, nel refettorio del Seminario per il pranzo con i poveri assistiti dalla Caritas e i giovani della comunità residenziale terapeutico-riabilitativa Saman “Mauro Rostagno”. Servizio dell’inviata dell’Agenzia Sir in Calabria

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