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Paolo VI sarà santo il prossimo 14 ottobre, insieme con mons. Romero. La decisione di oggi

Papa Francesco presiede in Vaticano la celebrazione dell’Ora Terza e il Concistoro ordinario pubblico per la canonizzazione di alcuni beati

Barbara Castelli – Città del Vaticano

Festa per l’atteso annuncio: Paolo VI sarà santo il prossimo 14 ottobre, in piazza San Pietro, nel corso del Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani, insieme con l’arcivescovo di San Salvador Oscar Arnulfo Romero Galdámez. La comunicazione è stata resa da Papa Francesco nel corso della celebrazione dell’Ora Terza e del Concistoro ordinario pubblico per la canonizzazione di alcuni beati. In tutto saranno sei le nuove stelle che brilleranno nella costellazione della santità, uomini e donne che si sono spesi per servire fedelmente il Vangelo. Oltre a Papa Montini e all’arcivescovo martire di San Salvador, il sacerdote diocesano Francesco Spinelli, fondatore dell’Istituto delle suore adoratrici del Santissimo Sacramento; Vincenzo Romano, sacerdote diocesano; Maria Caterina Kasper, vergine, fondatrice dell’Istituto delle povere ancelle di Gesù Cristo; Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù – al secolo Nazaria Ignazia March Mesa – vergine, fondatrice della Congregazione delle suore missionarie crociate della Chiesa.

Giovanni Battista Montini

Giovanni Battista Montini, nasce a Concesio, in provincia di Brescia, il 26 settembre 1897. Ordinato sacerdote il 29 maggio 1920, è indirizzato da principio alla carriera diplomatica. La sede arcivescovile di Milano lo accoglie nel 1955, tre anni prima di essere creato cardinale da Papa san Giovanni XXIII. Gli succederà al soglio di Pietro, con il nome di Paolo VI, il 21 giugno 1963, dichiarando da subito di voler portare avanti il Concilio Ecumenico Vaticano II. Alla conclusione di questa straordinaria esperienza, inizia a metterne in opera le deliberazioni con notevole coraggio, pur tra grandi difficoltà. Scrive sette encicliche, compie nove viaggi apostolici fuori dall’Italia e coltiva le relazioni ecumeniche, con proficui scambi e incontri con la Chiesa anglicana e la Chiesa ortodossa. L’ultimo periodo della sua vita è segnato dalla contestazione ecclesiale e dall’uccisione del suo amico, l’onorevole Aldo Moro. Muore nella residenza pontificia di Castel Gandolfo il 6 agosto 1978.

Oscar Arnulfo Romero Galdámez

Una vita spesa per il Vangelo, la Chiesa e i poveri oppressi è quella di Oscar Arnulfo Romero y Galdámez, nato il 15 marzo 1917 a Ciudad Barrios, nello Stato di El Salvador. Abbraccia il sacerdozio il 4 aprile 1942 per poi essere nominato arcivescovo di San Salvador nel 1977. Vive fedelmente come pastore, in modo sobrio nelle stanze del custode di un ospedale per malati terminali. “Nel nome di Dio e del popolo che soffre vi supplico, vi prego, e in nome di Dio vi ordino, cessi la repressione”: esorta il 23 marzo 1980, nella sua ultima predica in Cattedrale. Il giorno dopo, un sicario si intrufola nella cappella dell’ospedale, dove il presule stava celebrando, e lo uccide brutalmente con un colpo al cuore. Aveva appena detto: “Che questo corpo immolato e questo sangue sacrificato per gli uomini ci spinga a dare anche il nostro corpo e il nostro sangue al dolore e alla sofferenza come Cristo; non per noi stessi ma per dare al nostro popolo frutti di giustizia e di pace”.

Francesco Spinelli

“Attingere l’amore più ardente dall’Eucaristia celebrata e adorata per riversarlo sui più poveri fra i fratelli”. E’ questo il fine dell’Istituto delle suore adoratrici del Santissimo Sacramento, fondato da Francesco Spinelli, sacerdote diocesano, insieme con Caterina Comensoli. Nato a Milano il 14 aprile 1853, è ordinato il 17 ottobre 1875. Nel corso della sua esistenza, segnata da grandi prove, vive e insegna l’arte del perdono più smisurato, perché di fronte al nemico si può applicare solo “la vendetta di un infinito amore”. Muore il 6 febbraio 1913.

Vincenzo Romano

E’ Torre del Greco, in provincia di Napoli, a dare i natali a Vincenzo Romano, sacerdote diocesano, il 3 giugno 1751. Ordinato sacerdote il 10 giugno 1775, dopo una terribile eruzione del Vesuvio del 1794, si dedica alla difficile opera di ricostruzione materiale e morale sia della città, sia della chiesa di Santa Croce, all’epoca unica parrocchia. Alla ricerca di sempre nuovi metodi per avvicinare i fedeli, introduce la cosiddetta “sciabica”: una strategia missionaria tesa ad avvicinare con il crocifisso in mano, capannelli di persone o singoli passanti, improvvisando sul momento una predicazione. Spesso si fa anche mediatore dei contrasti sorti fra gli armatori delle “coralline” e i marinai che affrontavano i rischi e la fatica della pesca del corallo. Muore il 20 dicembre 1831.
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Maria Caterina Kasper

Caterina Kasper nasce nel villaggio di Dernbach, in Germania, il 26 maggio 1820. La genesi dell’Istituto da lei fondato, delle Povere Ancelle di Gesù Cristo, affonda le proprie radici nel 1845, quando inaugura la vita comune con alcune compagne: tre anni dopo, il giorno dell’Assunta, apre la loro casa ai poveri del paese. Madre Maria Caterina segue poi la formazione delle novizie e l’apertura di nuove case, anche all’estero, per aiutare gli immigrati tedeschi. Muore, per infarto il 2 febbraio 1898.

Nazaria Ignazia di Santa Teresa di Gesù

Nazaria Ignazia March Mesa nasce a Madrid, in Spagna, nel 1889 e inizia a scoprire la propria vocazione durante il viaggio che compie, insieme con la famiglia, alla volta del Messico, quando incontra alcune suore. Fatto il noviziato in patria, nel 1908 riprende la via delle Americhe, destinata alla missione di Oruro, in Bolivia. Nel 1920, dopo un corso di esercizi spirituali incentrati sul Regno di Dio, prende corpo nelle sue intenzioni una nuova Congregazione, intesa come “crociata di amore che abbraccia tutta la Chiesa”. La fonda il 16 giugno 1925 con il nome di Suore missionarie della crociata pontificia, poi Missionarie crociate della Chiesa: una famiglia religiosa che sostiene, in particolare, la promozione sociale e lavorativa delle donne. Nel 1938 si trasferisce in Argentina, dove apre molte istituzioni in favore delle giovani e dei poveri. Muore a Buenos Aires nel 1943.

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