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Paolo VI sarà santo, i cardinali hanno approvato il miracolo

Approvato oggi l’ultimo passo della Congregazione vaticana, il riconoscimento della guarigione di un feto. Manca ora la decisione finale di Francesco e l’annuncio della data della canonizzazione: probabilmente in ottobre

Paolo VI sarà presto santo. La riunione dei vescovi e cardinali della Congregazione dei Santi ha approvato all’unanimità il riconoscimento di un miracolo attribuito all’intercessione di Giovanni Battista Montini. Ora manca soltanto l’approvazione di Francesco l’annuncio della data per la canonizzazione del Pontefice bresciano morto a Castel Gandolfo nell’agosto di quarant’anni fa.

Il miracolo che servirà per l’aureola di Paolo VI riguarda la guarigione di una bambina non ancora nata, al quinto mese della gravidanzaUn caso studiato dalla postulazione della causa nel 2014. La mamma, originaria della provincia di Verona, stava portando avanti una gravidanza difficile ed era a rischio di aborto per una patologia che avrebbe potuto compromettere la vita del feto e della madre.

«Il 23 settembre del 2014 – informa un articolo pubblicato sul sito del settimanale diocesano di Brescia “La Voce del Popolo” – Vanna Pironato di 35 anni, già mamma di un maschietto di 5 anni e in attesa di un secondo figlio, alla 13esima settimana di gestazione viene ricoverata in ospedale per una minaccia di aborto, dovuta alla rottura prematura della placenta. Durante il ricovero, si legge nella documentazione messa a punto dai postulatori della causa, la situazione non migliora e i medici non nascondono la loro preoccupazione alla futura mamma: la sua gravidanza è a rischio. Nonostante l’aggravarsi della situazione e il discreto consiglio di prendere in considerazione un aborto terapeutico, Vanna Pironato e il marito, decidono di portare avanti la gravidanza».

«Qualche tempo dopo, su suggerimento di un’amica, la coppia decide di affidare la difficile gravidanza all’intercessione di Paolo VI che sarebbe stato beatificato il 19 ottobre proprio in virtù di un miracolo operato su un feto. Il 29 ottobre Vanna e il marito si recano in pellegrinaggio al Santuario delle Grazie per pregare il beato Montini in uno dei luoghi a lui più cari. Come è noto, infatti, non solo il santuario mariano cittadino è sempre stato un luogo particolarmente caro al giovane Montini che qui celebrò la sua prima messa all’indomani dell’ordinazione sacerdotale. Dal giorno del pellegrinaggio a Brescia la coppia invoca quotidianamente l’intercessione di Paolo VI e parallelamente, attraverso il ricovero in diverse strutture ospedaliere, tiene sotto controllo la gravidanza che prosegue con una costante perdita di liquido amniotico».

«La situazione procede tra notizie più o meno preoccupanti e la sommistrazione di terapie, descritte in modo dettagliato dai postulatori, sino alle 4.05 del 25 dicembre, quando Vanna Pironato viene ricoverata con i sintomi del parto imminente. Poco più di due ore dopo, alla 26esima settimana di gestazione, dà alla luce, con un parto prematuro e in presentazione podalica, la piccola Amanda Maria Paola. Trasferita immediatamente in un reparto di terapia intensiva neonatale, la piccola viene sottoposta a tutte le cure necessarie. Dopo due giorni, stabilizzata, viene portata in un reparto di patologia neonatale per la prosecuzione delle cure. Quasi quattro mesi dopo lascia l’ospedale in buone condizioni di salute. Condizioni che perdurano tutt’oggi».

Il presunto miracolo era stato studiato dalla Congregazione per le Cause dei Santi. L’inspiegabilità della guarigione era stata sancita l’anno scorso dalla Consulta medica del dicastero e quindi analizzata e approvata dai teologi.L’ultimo passo era quello odierno della riunione cardinalizia, che ha preso atto delle conclusioni dei medici e degli esperti e delle valutazioni dei teologi. Ora il cardinale prefetto, Angelo Amato, porterà il voto dei vescovi e dei cardinali a Papa Francesco. La decisione finale sarà ovviamente sua. Bergoglio annuncerà in Concistoro la data della canonizzazione, che sarà celebrata a Roma probabilmente in ottobre, durante il Sinodo dei giovani.

Lo scorso dicembre il settimanale diocesano di Brescia aveva azzardato le possibili date: «A questo punto la certezza è quasi più di una speranza. Il mese di ottobre potrebbe essere quello giusto. Dal 3 al 28 ottobre a Roma si celebrerà la XV Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi sui giovani e convergeranno in Vaticano presuli da tutto il mondo. Quale occasione migliore per canonizzare, dopo San Giovanni XXIII, davanti a una porzione così consistente del collegio episcopale l’altro Pontefice del Concilio Ecumenico Vaticano II? Probabili le prime tre domeniche di ottobre anche se la più accreditata sembra oggi quella del 21».

Papa Montini, nato nel 1897 e morto nel 1978, è stato il Pontefice che ha portato a compimento il Concilio Ecumenico Vaticano II riuscendo a concluderlo praticamente con l’unanimità dei consensi sui documenti votati. Ha iniziato l’epoca dei viaggi apostolici nel mondo, ha attraversato gli anni della crisi post-conciliare. Beatificandolo Francesco, che si rifà spesso al magistero montiniano, aveva detto: «In questo giorno della beatificazione di Papa Paolo VI mi ritornano alla mente le sue parole, con le quali istituiva il Sinodo dei vescovi: “Scrutando attentamente i segni dei tempi, cerchiamo di adattare le vie ed i metodi… alle accresciute necessità dei nostri giorni ed alle mutate condizioni della società”».

Bergoglio aveva ringraziato Paolo VI per la sua «umile e profetica testimonianza di amore a Cristo e alla sua Chiesa» e aveva ricordato che «il grande timoniere del Concilio, all’indomani della chiusura dell’assise conciliare, scrisse: “Forse il Signore mi ha chiamato e mi tiene a questo servizio non tanto perché io vi abbia qualche attitudine, o affinché io governi e salvi la Chiesa dalle sue presenti difficoltà, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa, e sia chiaro che Egli, e non altri, la guida e la salva”. In questa umiltà – aveva concluso Francesco – risplende la grandezza del beato Paolo VI che, mentre si profilava una società secolarizzata e ostile, ha saputo condurre con saggezza lungimirante – e talvolta in solitudine – il timone della barca di Pietro senza perdere mai la gioia e la fiducia nel Signore».

di Andrea Tornielli per Vatican Insider 

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