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Pandemia, l’appello dei medici: «Restate a casa, il tracciamento non è più sufficiente»

A fronte di un aumento dei contagi e mentre si discute del coprifuoco, i medici lanciano un appello ai cittadini invitandoli a restare a casa, come nei periodi più bui della pandemia, la scorsa primavera. Una sorta di “autolockdown”. «Quindi occorre ridurre le azioni sociali che non sono necessarie e stare a casa il più possibile», afferma all’Adnkronos Salute Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo).

Coronavirus
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«La situazione epidemiologica ci dice che non bastano più le misure fin qui adottate (il distanziamento sociale, l’uso della mascherina, l’igiene delle mani), serve la consapevolezza che dobbiamo stare lontani dai luoghi affollati e frequentati da persone che non conosciamo – avverte Anelli – Siamo in una fase in cui il ‘contact tracing’ non è più sufficiente, qualsiasi persona potrebbe essere contagiosa inconsapevolmente».

 

«Dobbiamo tornare al senso di responsabilità che ha caratterizzato la prima fase – conclude Anelli – Il Governo interverrà sulle criticità che sono emerse, dai trasporti alle scuole». Spaventa il bollettino di oggi. Nelle ultime 24 ore i contagi superano per la prima volta 10mila e salgono a 10.010, con 150.377 tamponi (ieri erano stati 8.804 con 162.932 tamponi): 55 invece i decessi (ieri erano stati 83). Con 1.908 dimessi/guariti in più, gli attualmente positivi salgono ancora a quota 107.312 (8.056 in più rispetto a ieri, quando l’aumento era stato di 6.821 unità).

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