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Pakistan: ucciso Musulmano convertito al Cristianesimo

In Pakistan la conversione dall’Islam al Cristianesimo non è una cosa facile. I credenti quando abbracciano la fede cristiana,  sono allontanati dalle famiglie subendo gravi ostilità. Come nel caso di quest’uomo, messo a morte per essersi convertito al cristianesimo. Ricordo a tal proposito (scrive l’autore dell’articolo,di cui non conosciamo il nome, ndr), i racconti di mia madre: “mio nonno aveva rinunciato a un lavoro di alto profilo in polizia, dopo aver accettato Gesù Cristo come suo Salvatore. Per questo motivo è stato messo n prigione per sei mesi. Durante la detenzione, fece voto di annunciare la parola di Dio per il resto della vita”. Continuando il racconto, la mamma diceva: “mio padre non si è mai lamentato di ciò che ha perso. Anzi era grato a Dio per averlo servito per tutta la vita”. Quando ascolto simili testimonianze –come quella di mio nonno-, comprendo quanto sia difficile vivere la fede in Dio. La persecuzione contro i cristiani in Pakistan passa attraverso la legge sulla blasfemia, per finire alle conversioni forzate e all’incendio delle case nei villaggi. Nonostante l’aumento delle violenze, ci sono tanti musulmani che vogliono diventare cristiani, dopo aver ascoltato la parola di Dio. Tuttavia, se qualcuno pubblicamente osa farlo, immediatamente è respinto dalla società e bandito dalla famiglia. La Bibbia parla del prezzo pagato dai credenti per la fedeltà al Signore: “Se voi foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo. Ma poiché non siete del mondo, e io vi ho scelti dal mondo, il mondo vi odia” (Gv 15,19).

Pochi giorni fa, un mio caro amico, ha condiviso con me la triste storia della morte di un giovane musulmano, Rashid Mehmood, convertito al Cristianesimo nel 2005. Il ragazzo apparteneva ad una famiglia musulmana benestante ed era avvocato. Dopo aver accolto Gesù Cristo, ha lasciato lo studio legale dove lavorava, per dedicarsi alla predicazione del Vangelo, nonostante l’opposizione della famiglia. Ha continuato a diffondere la parola di Dio, fimo al 26 Dicembre 2013, quando è stato martirizzato. Solo ora è stata resa pubblica la sua vita. Dal momento della conversione, fino alla morte, ha testimoniato il Vangelo, ispirando molti a seguire Cristo. Ciò gli ha procurato molti nemici, i quali non gradivano l’opera di evangelizzazione portata avanti con tanto fervore dall’avvocato. Mehmood, pur sapendo i rischi a cui andava incontro, non ha avuto paura e non si è mai scoraggiato nella testimonianza di fede. Ora riposa in pace, nella gloria di Dio, fra gli angeli e i santi.  a cura della Redazione Papaboys

* La fonte dell’articolo è tratta dal sito:  www.persecution.org , mentre la traduzione dello stesso è a cura della redazione.

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