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Padre Pio e Fatima: due poderosi interventi divini nel XX secolo

«Maria è l’unica sorgente che ha fatto sgorgare Padre Pio e Fatima. Sua è la mano che descrive le meraviglie di Fatima come le meraviglie di Padre Pio: due momenti di un’unica azione soprannaturale gestita da Maria, che ha il fine di stabilire il Trionfo del suo Cuore Immacolato, perché si realizzi il Regno di Cristo. È il fine per cui lavorò Padre Pio, gloria vivente di Maria, in riparazione degli eventi futuri» (1).

Il sacerdote padovano Don Attilio Negrisolo, intimo figlio spirituale di San Pio da Pietrelcina, in una sua catechesi sul Santo del Gargano affermava che «i secoli peggiori della storia dell’umanità sono tre: il II, il XV ed il XIX. Ma oltre questi tre ve ne è stato uno ancora peggiore: il XX. Oggigiorno, in modo particolare, vi è davvero una “corrente satanica” che sconvolge tutto».
Eppure Dio non ci ha abbandonato in questa potestà di Satana. I suoi interventi, letti alla luce dei segni dei tempi, non sono di certo mancati.
È importante notare che gli interventi di Dio sono stati in proporzione allo scatenamento del demonio: poderosa azione di Satana, ancora più poderosi i rimedi offerti da Dio al mondo e alla Chiesa. Tanti e tanti, questi rimedi, mandati dalla provvidente e paterna mano di Dio nel secolo scorso. Due tra i più grandi di questi, nel secolo XX, sono stati, di certo, le apparizioni della Madonna a Fatima e Padre Pio.
Ora ci chiediamo: c’è qualcosa che metta profondamente in relazione Fatima e Padre Pio? Sì, c’è. Padre Pio, infatti, nutriva una profonda devozione per il mistero di Fatima. Una delle ragioni principali era quel messaggio corredentivo indicato dalla Vergine Santissima e incarnato dai tre Veggenti che trasmisero, con la loro vita ancor più che con le loro parole, l’urgente appello da Lei consegnato al mondo cento anni fa: «“La grazia di Fatima”, a suo dire [di Padre Pio, n.d.a.], è certamente un dono singolarissimo: consisteva nel “diventare Fatima” e Fatima significa “sacrificarsi fino alla meta di vittima”. Il messaggio della Signora è legato a tre nomi: Lucia, vittima che si immola nella quotidianità del monastero carmelitano di Coimbra; Francesco e Giacinta, due angeliche vittime profumate immolate sull’“altare do mundo”, consumate nel breve arco di circa 2 anni, dopo la richiesta della Madonna: “tante anime vanno all’inferno perché nessuno prega e si sacrifica per loro”. Fatima diventa grazia quando si accoglie il messaggio di sacrificio e di preghiera» (2).
È quanto esprimeva papa Benedetto XVI nel 2010 a Fatima con pregnanti parole: «Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: “Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?” (Memorie di Suor Lucia, I, 162)» (3).
La stessa domanda, in modo sconvolgente, il Signore la rivolse al Santo di Pietrelcina. Nel suo best-seller Il segreto di Padre Pio, il noto saggista Antonio Socci faceva questa significava riflessione: «La cosa veramente sconvolgente, indicibile, è la sofferenza vicaria, l’esistenza di vittime che silenziosamente, da tutti ignorate, si caricano di sofferenze per pagare colpe altrui, espiano per tutti, liberando anche tante anime del Purgatorio. Questa opera è l’unico, grande movimento di liberazione, l’unica vera “teologia della liberazione” che renda felici delle moltitudini e che non provochi tragedie» (4).
Ciò che sorprende non poco è prendere coscienza che, nei suoi messaggi al mondo di cui Fatima potrebbe costituire la sintesi e il progetto architettonico (che viene poi dettagliato nelle apparizioni e messaggi degli ultimi decenni), la Vergine Maria stia, ormai da tempo, estendendo la sua richiesta di immolazione e di offerta di sé a tante anime che, all’apparenza, non hanno nulla di speciale eppure ad esse Ella chiede un’eroica sofferenza vicaria per placare l’ira del Giudice divino. Queste anime elette svolgono, così, la delicata e provvidenziale funzione di “parafulmini” della giustizia divina pagando per gli altri perché il popolo sia risparmiato.
Ma se tale appello è così pressante, se sempre più anime sono dalla Madonna ingaggiate per questo ufficio per sé così drammatico, quanto deve essere grave la situazione del mondo, quanto deve essere impregnato ed avvelenato di peccato (soprattutto d’impurità e d’orgoglio) questo povero pianeta su cui viviamo?
Per quanto riguarda la folta schiera di “anime vittime” provvidenzialmente operanti e sofferenti nel secolo scorso e in quello attuale, non può essere omesso colui che forse può essere definito il “corifeo” di questa schiera eletta: appunto, San Pio da Pietrelcina, il cappuccino stimmatizzato del Gargano che ha vissuto il mistero di questa sofferenza vicaria anche con una visibilità straordinaria, dal momento che ha portato impressi nel suo corpo per 50 anni i segni sanguinanti della Passione del Cristo!
Spinto dall’amore bruciante per Dio e per le anime, chiese e gli fu concesso da Dio di prolungare il suo sacrificio vicario attraverso i suoi figli spirituali fino alla fine del mondo! Ecco a seguire la straordinaria testimonianza di Mons. Pietro Galeone che svela uno dei più grandi misteri della storia degli arcani della divina Provvidenza che efficacemente si compie oggi e di cui la nostra generazione è testimone: «Padre Pio non si è limitato a lasciarci il suo sconvolgente esempio, la sua missione non è finita il giorno della sua nascita al cielo, il 23 settembre 1968. Monsignor Pietro Galeone […] ha rivelato un segreto che lascia senza parole: “Padre Pio mi rivelò di aver chiesto a Gesù e di aver ottenuto non solo di essere vittima perfetta, ma anche vittima perenne, cioè di continuare a rimanere vittima nei suoi figli, allo scopo di prolungare la sua missione di corredentore con Cristo sino alla fine del mondo. Egli mi ha detto e confermato di aver avuto dal Signore la missione di essere vittima e padre di vittime sino all’ultimo giorno”[…]» (5). •






NOTE
1) A. Negrisolo – N. Castello – S. M. Manelli, Padre Pio nella sua interiorità, San Paolo, Cinisello Balsamo 1997, pp. 65-67.
2) N. Castello – S. M. Manelli, La «Dolce Signora» di Padre Pio, San Paolo, Cinisello Balsamo 1999, p. 56.
3) Papa Benedetto XVI, Omelia sulla spianata del Santuario di Fatima, 13 maggio 2010: w2.vatican.va­/…/hf_ben-xvi_hom_…
4) A. Socci, Il segreto di Padre Pio, Rizzoli, Milano 2007, p. 226.
5) Ivi, pp. 219-220. D’altra parte, anche se tutto questo meraviglia, non dovrebbe davvero stupirci. Sappiamo che il mistero di Dio ci sovrasta e quando si diventa docili alla sua Volontà anche la vita umana, immersa in Dio e nel suo mistero, si carica in maniera impressionante delle realtà soprannaturali fino a sfiorare l’infinito, come lo testimonia in modo splendido e meraviglioso la vita di tanti uomini e donne di Dio lungo il corso della storia.




Fonte www.settimanaleppio.it

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