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Novena a San Francesco d’Assisi – 6° giorno

Francesco era di costituzione gracile e debole già dalla giovinezza, eppure sottopose il suo corpo a penitenze e ristrettezze rigidissime! La sua penitenza inizio’ con l’amore verso i lebbrosi.

“Un giorno, cavalcando presso Assisi, ne incontro’ uno e, sebbene ne provasse non poca molestia e orrore, pure balzo’ di cavallo e corse a baciarlo e il lebbroso tendendogli la mano come per ricevere l’elemosina, ricevette insieme da lui il denaro e un bacio. Ed egli, subito risalito a cavallo, volgendosi di qua e di la’, ed era in un campo aperto senza alcun ostacolo allo sguardo, non vide piu’ il lebbroso. Onde, ripieno di meraviglia e di gioia, pochi giorni dopo vuole ripetere l’atto; si reca alla dimora dei lebbrosi e ad ognuno, distribuendo l’elemosina, bacia la mano e la bocca. Cosi’ prende le cose amare invece delle dolci e si prepara virilmente ad osservare gli altri comandamenti”.
In seguito si reco’ tra i lebbrosi e rimase con loro, servendoli in tutte le loro necessita’ per amore di Dio, lavando i loro corpi deformati e tergendo “la materia delle piaghe”. Celano ci assicura che prima della conversione, Francesco inorridiva alla vista dei lebbrosi e, quando da lontano scorgeva i loro rifugi, si turava le narici con le mani.
Per il riposo, Francesco non voleva materassi o coperte: egli si stendeva al suolo sopra la sua tunica e spesso per dormire stava seduto appoggiandosi ad un guanciale di legno o di pietra.
Riteneva molto utile la mortificazione della lingua e per questo scrisse: “Beato quel religioso che non trova giubilo e letizia se non nei santissimi ragionamenti e nelle opere di Dio e con questi conduce gli uomini ad amare Dio, in gaudio e letizia. E guai al religioso che si diletta di parole inutili e vane e con queste spinge gli uomini al riso”.
Nella vita di S.Francesco appare soprattutto evidente la necessita’ di mortificare la gola. “Francesco martoriava il suo corpo astenendosi dal cibo e dal bere. Raramente nei periodi in cui era in buona salute, ammetteva i cibi cotti. Quando li accettava, li mangiava dopo averli mescolati con la cenere oppure li rendeva estremamente insipidi allungandoli con molta acqua. Egli era molto severo con se stesso ma nello stesso tempo era indulgente con gli altri e volle sempre che le penitenze dei suoi frati non fossero esagerate perche’ diceva che anche “fratello corpo ha le sue esigenze che debbono essere soddisfatte affinche’ l’uomo possa impegnarsi nell’esercizio del dovere quotidiano e vegliare nella preghiera.






Proponimento

– mortifichiamo i desideri del corpo, affinche’ siano sempre subordinati alle esigenze dello spirito.

Pater, Ave, Gloria

S. Francesco, prega per noi.




Fonte www.ofsfe.altervista.org

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