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Nella massima allerta, la Prima alla Scala di Milano

Imponenti misure di sicurezza per l’evento che apre la stagione lirica. Il premier a teatro per la Giovanna d’Arco che torna dopo 150 anni, forfait del baritono Alvarez. Serata aperta a tutta la città con 50 appuntamenti dalla Galleria a San Vittore181548503-fab3915a-c94c-49f1-a2b6-5b418ccfcf11

Il sipario si è alzato sulla Prima della Scala più blindata, con 700 agenti e tiratori scelti a presidiare la piazza del tempio della musica di Milano e a controllare con i metal detector gli ospiti, tra cui il premier Matteo Renzi. Una Prima nella tradizione, con la contestazione pacifica dei centri sociali che hanno esposto uno striscione su Palazzo Marino – “Centinaia di ricchi, miliardi di poveri. Questo è lo stato di emergenza” – e hanno dato vita a “una sfilata di moda popolare”, un evento alternativo all’eleganza di scena al Piermarini.

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Un omaggio alla Francia, questa Giovanna D’Arco di Verdi, che torna alla Scala dopo 150 anni dall’ultima rappresentazione. E non manca chi vuole sottolineare il legame con la Francia. C’è chi come il sovrintendente Alexander Pereira sottolinea “l’omaggio causale” e dice “la musica deve sempre superare tutte le crisi del mondo, delle volte nella vita le cose si mettono in piazza senza che uno lo sa. C’è comunque anche Dio che fa un po’ di regia”; e chi, come il governatore Roberto Maroni vede “coincidenze astrali” con la vittoria di Marie Le Pen, “la nuova eroina di Francia”.
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Fumogeni e slogan, qualche momento di tensione ma le forze dell’ordine non sono intervenute. Dopo l’allarme terrorismo, gli agenti hanno presidiato la zona con decine di blindati, tiratori scelti e artificieri. Novità assoluta dopo i tragici fatti di Parigi, gli agenti con giubbotti antiproiettile e mitra. Alla Scala Renzi accompagnato dalla moglie Agnese e dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini: “Bisogna garantire la sicurezza ai cittadini con tutte le risorse possibili – ha detto – ma contemporaneamente bisogna continuare a vivere”. Tra gli spettatori della serata, il sindaco Giuliano Pisapia (che aveva rassicurato tutti sul fronte della sicurezza, come aveva fatto anche il neoprefetto Alessandro Marangoni) con la moglie Cinzia Sasso, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, l’ex prefetto di Milano e commissario a Roma Francesco Paolo Tronca, il presidente della Camera di commercio di Milano Carlo Sangalli, Alessandro Profumo, Tommaso Cucchiani, la cantante Patti Smith, Diana Bracco, l’ad di Poste Francesco Caio, l’ex premier Mario Monti, Gianni Letta e Corrado Passera, l’unico candidato sindaco ufficiale ad essere presente con la moglie Giovanna in dolce attesa. E poi Daniela Santanché con Alessandro Sallusti (nome gettato tra quelli dei possibili candidati per il centrodestra), l’attrice Valeria Marini, lo stilista Renato Balestra, la transessuale Efe Bal, paladina della Lega.

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In scena dunque va Giovanna D’Arco di Giuseppe Verdi (diretta su Rai 5 e Radiotre, ma per i milanesi tanti maxischermi in diversi luoghi della città), che torna alla Scala dopo 150 anni di assenza. Sul podio Riccardo Chailly, regia di Moshe Leiser e Patrice Caurier, scene di Christian Fenouillat e costumi di Agostino Cavalca. Nel cast stellare, al fianco dei protagonisti Francesco Meli e Anna Netrebko, manca il baritono Carlos Álvarez, al suo posto nel ruolo di Giacomo Devid Cecconi. Pereira in proscenio nel dare l’annuncio del forfait ha raccontato che Ceccconi che non ha potuto fare tutte le prove. “È come se da Cortina facesse le Tofane per la prima volta”.

di Redazione Papaboys (Fonte: Repubblica)

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