Pubblicità
HomeNewsTerra Sancta et OriensMons. Galantino inaugura l’Università cattolica a Erbil e apre Porta Santa

Mons. Galantino inaugura l’Università cattolica a Erbil e apre Porta Santa

Offrire ai giovani profughi della piana di Ninive e di Mosul la possibilità di completare il percorso formativo. Sarà questa una delle principali funzioni che dovrà assolvere il nuovo polo universitario di Ebril, nel Kurdistan iracheno, che verrà inaugurato oggi pomeriggio alla presenza di mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei.

Galantino Iraa Sismografo TV2000

“Il Papa ci ha ricordato più volte in questo periodo di preparazione che la Porta Santa non è solo quella delle cattedrali o dei santuari ma sono tutte quelle porte in cui si entra in storie diverse e faticose come quelle dei bambini, delle donne e degli uomini che abbiamo incontrato qui”. Lo ha detto il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, mons. Nunzio Galantino, in un’intervista realizzata dall’inviato di Tv2000, Massimiliano Cochi, a margine di una cerimonia in cui è stata aperta la Porta Santa a Enishke, nel Kurdistan iracheno. Mons. Galantino, da domenica fino a mercoledì 9 dicembre, è nel Kurdistan iracheno per una missione di solidarietà e vicinanza ai profughi. La piccola delegazione italiana con don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, è accompagnata dal parroco locale, padre Samir Yousif. L’apertura della Porta Santa è nata proprio dalla richiesta di padre Samir, una cerimonia a cui hanno preso parte anche i capi della comunità yazida.


“Il parroco – ha spiegato mons. Galantino – ci ha chiesto in modo spontaneo di aprire simbolicamente anche qui una Porta Santa. A questa celebrazione non hanno partecipato solo i cristiani perseguitati ma intere famiglie di altre religioni che si sono ritrovate insieme a far festa intorno alla realtà dell’accoglienza e del sentirsi fratelli”.
“Entrare in questo villaggio e in questa chiesa – ha proseguito mons. Galantino – significa entrare in una storia veramente faticosa, significa fare un esercizio di misericordia”.


“Sono rimasto spiazzato – ha concluso mons. Galantino – nel vedere queste persone vivere con grande dignità in pochi metri quadri: intere famiglie hanno detto ‘grazie alla Chiesa cattolica che ci sta accompagnando’. E questo ringraziamento è nato non solo dai cristiani perseguitati. Qui si sentono parte di una comunità perché si sentono oggetto della nostra attenzione ma non sanno che sono loro stessi che ci stanno dando tanto”.L’Università cattolica di Erbil è stata infatti costruita con i fondi dell’8xmille e la prima pietra dell’istituto è stata posta ad Ankawa, sobborgo della città, il 20 ottobre 2012, all’interno di un’area di 30mila mq messa a disposizione dalla Chiesa caldea. La realizzazione dell’Ateneo è stata possibile anche grazie all’aiuto dell’Universitè Saint-Esprit di Kaslik, il rinomato Ateneo fondato in Libano dall’Ordine Libanese Maronita.

L’obiettivo, come ricorda l’agenzia Fides, era quello di creare un polo d’insegnamento universitario privato aperto a tutti, conforme alle esigenze del mercato e strettamente associato alla ricerca scientifica. Già allora, l’arcivescovo Warda contava di concludere i lavori entro il 2015, anche con l’intento di offrire ai giovani cristiani iracheni la possibilità di “continuare a testimoniare il dono della fede nella loro terra”. Gli eventi drammatici che hanno sconvolto l’Iraq settentrionale, trasformando proprio Ankawa in luogo di rifugio per migliaia di cristiani fuggiti dalla Piana di Ninive davanti all’avanzata dei jihadisti dello Stato Islamico, non hanno fermato il progetto.

Tende N - Erbil

Intanto, mons. Galatino si trova nel nord dell’Iraq dalla scorsa domenica per una missione di solidarietà, che si concluderà domani mercoledì 9 dicembre. Ieri il segretario dei vescovi italiani era in visita a Enishke, piccolo villaggio cristiano nelle montagne fra Zakho e Dohuk in cui ha trovato rifugio una comunità di  profughi yazidi. Per l’occasione, mons. Galantino ha ribadito la vicinanza della Chiesa italiana alla parrocchia locale guidata da Samir Yousif, alla quale la Cei continuerà ad assicurare tutti gli aiuti necessari.

Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va/M.G.)

SCRIVI UNA RISPOSTA

Scrivi il commento
Inserisci il tuo nome