I cristiani locali si difendono affermando che tali accuse sono del tutto false e strumentali. I gruppi estremisti indù, infatti, che hanno di recente perso il potere in Karnataka, cercano di riacquistare il consenso delle popolazioni tribali del Karnataka, minacciando e perseguitando i tribali che, liberamente e volontariamente, hanno scelto la fede cristiana. L’accusa più comune è quella di “conversioni forzate”. Da tempo, spiegano a Fides i missionari cristiani, vi sono casi di persecuzioni e attacchi durante servizi liturgici o incontri di preghiera organizzati da comunità tribali cristiane. Questi sono perlopiù popolazioni povere e senza terra, che trovano nel messaggio cristiano un riscatto e un apprezzamento della loro intrinseca dignità di esseri umani.
Secondo organizzazioni cristiane come il “Global Council of Indian Christians”, ora che il Karnataka non è più governato dal partito nazionalista “Baratiya Janata Party” (BJP), ma è salito al potere il Partito del Congresso, è tempo che i gruppi estremisti e violenti siano assicurati alla giustizia e che nello stato siano ripristinate la legalità e il pieno rispetto della libertà religiosa, garantita dalla Costituzione indiana. Lo stato di Karnataka è noto per essere in cima alle classifiche per episodi di violenza anticristiana.
Fonte: Agenzia Fides