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Messico: ucciso un altro sacerdote nello Stato di Guerrero

Messico: ucciso un altro sacerdote nello Stato di GuerreroLa polizia dello Stato messicano di Guerrero ha confermato di aver ritrovato il cadavere di padre Gregorio López Gorostieta, sequestrato lunedì scorso mentre si trovava nella sua stanza nel seminario di Ciudad Altamirano. La terribile scoperta è avvenuta nel municipio di Tlapehuala, che conta appena 9 mila abitanti, non molto distante dal luogo in cui, settimane fa, in una fossa comune, era stato trovato il corpo senza vita di un missionario dell’Uganda, padre John Ssenyondo, anch’egli sequestrato lo scorso 30 aprile da un gruppo armato. A nulla sono serviti i forti appelli lanciati in questi giorni dai vescovi, dai fedeli, anche attraverso la stampa locale per chiedere la liberazione di padre Gregorio. Con il suo omicidio, i sacerdoti uccisi in Messico nel 2014 salgono a 3 e nel Continente americano a 12. In Perù, mercoledì scorso, nel corso di una violenta rapina era stato ucciso padre Alfonso Comina Zevallos di 56 anni.

Con l’omicidio di padre López Gorostieta i sacerdoti uccisi in Messico nel 2014 aumentano a tre e nel continente americano a 12. In Perù, mercoledì scorso, nel corso di una violenta rapina era stato ucciso padre Alfonso Comina Zevallos (56 anni).

Resteranno come un monito le parole dedicate da Francesco alla «coerenza cristiana», che «è una grazia che dobbiamo chiedere al Signore: essere coerenti, vivere come cristiani, e non dire sono cristiano ma vivere come pagano».

Il Papa auspica che in ogni angolo del pianeta si accresca l’impegno per riconoscere e assicurare concretamente la libertà religiosa, che è «un diritto inalienabile di ogni persona umana». E ai martiri del terzo millennio Francesco assicura che non mancherà la preghiera della Chiesa universale «per quanti sono perseguitati, discriminati e anche uccisi per la testimonianza resa a Cristo». E a ciascuno di loro ribadisce: «Se portate questa croce con amore, siete entrati nel mistero del Natale, siete nel cuore di Cristo e della Chiesa».

E da piazza San Pietro gremita di fedeli si alza la preghiera «perché, grazie anche al sacrificio di questi martiri di oggi», cioè di quanti sono discriminati e perseguitati per la fede cristiana, «si rafforzi in ogni parte del mondo l’impegno per riconoscere e assicurare concretamente la libertà religiosa, che è un diritto inalienabile di ogni persona umana». Infine, ha ricordato il Papa, «in queste settimane ho ricevuto tanti messaggi augurali da Roma, dall’Italia e da ogni parte del mondo. Non essendomi possibile rispondere a ciascuno, esprimo oggi a tutti il mio sentito ringraziamento, specialmente per il dono della preghiera. Grazie di cuore! Il Signore vi ricompensi con la sua generosità».

A cura di Redazione Papaboys fonti: Radio Vaticana, Vatican Insider (La Stampa)

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