– Presidente Mastrovito, chi sono le Acli?
Le ACLI, sono un movimento educativo e sociale di cristiani a servizio dei lavoratori e della società. Una grande esperienza di libertà, che si esprime nella sua dimensione popolare; una Associazione, che nasce tra la gente, per rispondere ai bisogni delle persone, per dar voce alle sue istanze, per tutelarne i suoi diritti, per accompagnare le stagioni della vita; capace, dunque, di costruire legami e relazioni di prossimità. Un Associazione di promozione sociale, che genera solidarietà e responsabilità, che costruisce nuova qualità del lavoro e del vivere civile; che sostiene convivenza e cooperazione fra culture ed etnie diverse; che fa azione educativa e sociale per affermare il primato della persona, della famiglia e della comunità. Un cammino che percorriamo ogni giorno, favorendo forme di governo e di cittadinanza responsabile, attenti a che, nessuno sia lasciato indietro (emarginati, deboli, a rischio di emarginazione sociale)…e dove si realizzi lo sviluppo integrale delle persone e della comunità, secondo principi di democrazia e giustizia. La nostra azione, è fondata sul messaggio evangelico e sull’insegnamento della Chiesa, sulla fedeltà al movimento dei lavoratori e alla democrazia; un azione, la nostra realizzata attraverso una rete diffusa e organizzata di servizi, circoli, imprese sociali, progetti e realtà associative.
– Il 27 aprile 2002, Giovanni Paolo II disse: “siete oggi chiamati ad essere nuovamente le «api operaie» della Dottrina sociale della Chiesa” . Come state facendo nel Salernitano per rispondere a questo invito?
Abitando il territorio con responsabilità e generando azioni di prossimità concrete; viviamo giorni difficili, segnati da una crisi, che quotidianamente, destabilizzata gli assetti economici e sociali di un’intera comunità. La gente che incontriamo attraverso i nostri Servizi, denuncia la fatica di vivere il quotidiano, di preservarela propria dignità, e peggio ancora di tracciare orizzonti di speranza. E’ una crisi di fiducia nel futuro, che dobbiamo tramutare in opportunità di rinascita, sentendoci tutti corresponsabili e sussidiari nelle difficoltà.
– Le Acli e Teggiano, un connubio che va avanti da decenni. “Andiamo avanti con speranza” ?
Andiamo avanti con passione, fraterna amicizia e corresponsabilità agita; legami, che qualificano da sempre i rapporti delle ACLI, su un territorio articolato e complesso, come quello della provincia salernitana. Andiamo avanti nella certezza, di condividerne obiettivi e progetti, che tengono insieme l’interesse delle persone e la crescita umana della comunità. Una presenza, quella teggianese, generativa di speranza che negli anni, ha trovato concretezza nella realizzazione di azioni, progetti, attività a cui siamo legati e dalle quali sono nate relazioni buone ed indissolubili.
– Un suo ricordo di Giovanni Paolo II…
Il mio personale incontro, nel corso di un udienza privata, del 03 settembre 2003! Un incontro che ti cambia la vita; che nel silenzio degli sguardi (la sua malattia lo rendeva già infermo nella voce), riesci a sentire la Parola, dove la mano tremolante, per via del Parkinson, appare l’appiglio più forte e sicuro a cui sorreggersi. Una manciata di minuti, un tempo breve, che sembra essere durato un eternità, riempiendo ancora oggi in maniera nitida, il ricordo delle sue emozioni. E poi, la notte di Tor Vergata, segnata dalla fatica del cammino di una lunga giornata, dall’apprensione di un Servizio per i tanti fedeli, dalla precarietà di un giaciglio realizzato alla meglio; sensazioni, scomparse con il suo arrivo, per dare spazio a gioia mista a lacrime, a risate senza soste (per le sua inaspettata ironia), a fremiti intensi nel vederlo passare inaspettatamente al tuo fianco …ad adrenalina pura, quando con milioni di persone, sotto una stessa croce abbiamo cantato ad una sola voce.
– Le reliquie di San Giovanni Paolo II a Teggiano, cosa rappresentano per lei e per la comunità?
Un evento di Grazia, che rilancia la bontà di una scelta associativa, di vivere ed operare tra la gente; significa, ritrovare un Padre nella fede, un testimone credibile di un tempo di crescita personale, costitutivo delle responsabilità e delle scelte di senso; rileggere la quotidianità e ravvivare la memoria storica, a partire dal suo pensiero sui temi della Famiglia, Giovani, Lavoro, Accoglienza e Solidarietà…intuizioni e riflessioni, attuali e profetiche, per questioni sociali ancora aperte e in divenire. Non ultimo, un occasione per ravvivare il senso della preghiera e il dono della vita. di Massimo Manzolillo
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