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Conosci la storia di Marie Heurtin e la suora che le donò la luce?

In prima visione con una scelta meritoria Rai 2 ha trasmesso qualche sera fa il film Marie Heurtin, dal buio alla luce. Ispirato a una storia vera di fine Ottocento, legata all’opera congregazionale delle Figlie della Sapienza (note pure come Monfortane) la pellicola racconta la storia di Marie Heurtin, nata nel 1885 in una casa di contadini nella campagna francese che fino all’età di 10 anni vive la libertà nella forma più primitiva, ma limitata dal buio delle sue incapacità.

L’amore incondizionato dei genitori non basta a crescere una bambina con tali difficoltà, la quale viene portata nel convento delle suore di Larnay.
Il primo incontro è problematico: la bimba percepisce l’imminente distacco dal suo affezionato padre e in preda al panico si rifugia sopra un albero. Solo la coraggiosa suor Marguerite si avvicina con cautela alla creatura impaurita. Il contatto delle loro mani, del volto, fanno trapelare l’inizio di un rapporto di amore e di fiducia. Nonostante l’ostinazione di Marie, Marguerite non si arrende e piano piano le insegnerà che per ogni cosa esiste un nome attraverso il quale le persone possono comunicare, le insegnerà così a diventare parte di una collettività, dove vivrà le gioie degli affetti e i dolori delle perdite.
Un film riflessivo che ci ricorda quanto spesso diamo per scontato l’importanza delle parole che non sono solo suoni ma sono anelli di una catena che ci lega gli uni con gli altri.






In più da segnalare le interpretazioni di Isabelle Carré nei panni di suor Marguerite e di Ariana Rivoire, sorda anche nella vita reale ed esordiente al cinema, in quelli di Marie Heurtin. Altri componenti del cast sono davvero non udenti. In Italia il film ha ricevuto il sostegno della Lega del filo d’oro e del Cinedeaf ed è stato inserito anche nella lista di film consigliati per l’Anno santo della misericordia dalla Commissione nazionale valutazione film della Conferenza episcopale Italiana e dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in accordo con l’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei.




Fonte www.famigliacristiana.it

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