Sono decine di migliaia i pellegrini attesi a Macerata, in arrivo da tutta Europa (e anche dal Sud America), pronti a intraprendere il pellegrinaggio, fra cui moltissimi giovani. «Oggi le persone vengono in pellegrinaggio anche per chiedere l’intervento della Grazia per questioni di lavoro – prosegue Vecerrica – dalle nostre parti, nella diocesi di Fabiano-Matelica, c’è una tremenda crisi: ogni giorno abbiamo a che fare con il disagio umano, culturale, politico, economico e lavorativo», però, osserva il vescovo, «questa situazione di difficoltà non ha seppellito le nostre domande». «Ecco perché la Macerata-Loreto attira sempre più in massa i giovani, spesso lontani dalla fede». «L’attrattiva di questo pellegrinaggio non dipende da noi, ma dal Mistero che ci ha ispirato. Questo ci costringe a continuare il cammino, anche se sembra sempre più difficile». Il 5 giugno è stata benedetta da papa Francesco la fiaccola che brucerà le intenzioni di chi parteciperà al pellegrinaggio. «Il Papa – racconta Vecerrica – ci ha chiesto di pregare per la pace. Si è molto impressionato della coincidenza del pellegrinaggio con la preghiera per la pace in Palestina e Israele che terrà con i capi di stato in San Pietro». A proposito di questo, Vecerrica spiega che cosa accomuna i due gesti: «Il Papa non fa un tavolo per la pace, non fa un accordo, non coordina un dialogo, ma va alle radici della pace dicendo: “Preghiamo insieme”. Questo è l’elemento di novità cristiano che emerge anche nel gesto del pellegrinaggio». Insieme al cammino, nel pellegrinaggio sono previste molte testimonianze: «Dal giovane maturando che viene per ringraziare Dio, a quella di José Berdini, responsabile delle comunità Pars. Ci sarà anche un collegamento con Daniel Wani, il marito di Meriam, la giovane madre cristiana imprigionata in Sudan». di Francesco Amicone