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Lunedì 23 febbraio – Dove c’è un uomo da amare. Lì c’è Dio

Lunedì 23 febbraio – Dove c’è un uomo da amare. Lì c’è DioIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna». Matteo 25,31-46.

Ci sarà un dopo.
Non so come.
Non so quando.
In cui sarai re nella gloria, sul trono.
Con tutti ai tuoi piedi.
E dirai. Tu si.
E dirai. Tu no.
Ma ora sei un re nascosto.
Un re piccolo.
Un re affamato, assetato, straniero, nudo, in carcere.
E aspetti me.
Ora sei un re da amare e curare e proteggere.
Aiutami a trovarti.
Aiutami.
Quando sarà, io voglio stare tra quelli che chiami.

Sei un Dio grande.
Grande come l’amore.
Basta un pezzo di pane per sfamarti.
Un po’ d’acqua per dissetarti.
Un letto per accoglierti.
Una veste per coprirti.
Un aiuto per curarti.
Una visita per non lasciarti solo.
Sei un Dio grande.
Grande come l’amore.
Basta poco e sarà tutto.
Insegnami l’amore piccolo.

Come si conquista il tuo regno?
Con la mano nella mano di un piccolo.
Come si ama?
Con il pane e l’acqua.
Come si fa la giustizia?
Aprendo casa e con un vestito.
Dove si entra nel Regno di Dio?
Dalla camera di un malato.
Dalla cella di un carcerato.
Dove c’è un uomo da amare.
Lì c’è Dio.

Come faccio a salvarmi, amore mio?
Come faccio ad avere la benedizione di tuo padre, Dio mio?
Ecco come faccio.
Salvo un uomo affamato, nudo, malato.
E lui salva me.
Perché dove c’è un piccolo, c’è tutto Dio, tutta la salvezza.
Mistero grande.
Sei un mistero grande, amore mio.

Mangia il mio cibo.
Bevi la mia acqua.
Entra nella mia casa.
Vestiti con le mie cose.
Apri la tua cella.
E salvami.
Prendi il mio poco e fanne tutto.

Per regnare, servire.

Un Dio innamorato è.
Un Dio affamato.
Un Dio assetato.
Un Dio nudo.
Un Dio solo.
Un Dio malato.
Un Dio incarcerato.
Un Dio innamorato è piccolo.
Perché l’amore ha bisogno di trovare amore.
Se no, non vive.
Se no, non regna.
Se no, va via.
Ed è pianto.
Ed è disperazione.

Di Don Mauro Leonardi

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