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L’ultimo disperato tentativo per Charlie. La disponibilità del Bambin Gesù per provare a curarlo

Papa Francesco interviene nuovamente sulla vicenda del piccolo Charlie, il bimbo di 10 mesi ricoverato in un ospedale a Londra per una malattia rara che i medici definiscono incurabile e vogliono staccare la spina per non cadere in ciò che dicono sia accanimento terapeutico. Il suo appello è che si ascolti la volontà dei genitori.






Esce anche la possibilità di ricoverare il piccolino nell’Ospedal Bambin Gesù, del Vaticano, che si trova a oma. Sarebbe un tentativo disperato, ma da provare.

«Ho appreso che l’ospedale Bambin Gesù ed il Policlinico Gemelli di Roma hanno offerto la loro disponibilità a curare il picc​olo Charlie. Come Comunità Papa Giovanni XXIII offriamo la disponibilità ad ospitare la famiglia Gard nella nostra casa di Roma per permettergli di accudire il loro bimbo»

E’ quanto dichiara Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità fondata da don Benzi, in seguito alla notizia della disponibilità dei due ospedali romani all’accoglienza del bimbo che sta commuovendo l’intera Europa.






«Ci sentiamo particolarmente vicini a questa drammatica vicenda, in quanto nelle nostre case famiglia accogliamo tanti bambini gravemente malati, come il piccolo Charlie. – continua Ramonda – In questi giorni stiamo pregando per il piccolo Charlie, la sua famiglia e sopratutto per la società europea, impregnata di una cultura eutanasica. Adesso offriamo la nostra risposta concreta»

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LA SITUAZIONE SANITARIA

Secondo la Federazione Italiana Malattie Rare, molti bambini con la stessa patologia di Charlie (la sindrome da deplezione del Dna mitocondriale) a cui erano stati dati pochi mesi di vita, “hanno, invece, recuperato, superando le aspettative dei medici”.

La sentenza della Corte di Strasburgo e l’ostinazione dei medici a non voler continuare le terapie per una malattia considerata incurabile, hanno fatto molto discutere dal momento che i genitori del piccolo Charlie si sono opposti duramente all’interruzione della terapia, desiderosi di portare il figlio negli Stati Uniti per sottoporlo a delle cure sperimentali. La Federazione interviene anche su questo argomento, sostenendo che “il diritto di decisione sul futuro dei figli da parte dei genitori– si legge sulla pagine web – non dovrebbe essere negato in base a valutazioni cliniche comunque parziali rispetto a quanto si sa dello sviluppo della malattia”. L’equipe medica in questo caso dovrebbe essere prudente, e accompagnare la decisione dei genitori nel modo migliore possibile”.
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Nella scelta di ‘staccare la spina’ al piccolo Charlie, la Federazione Italiana Malattie Rare vede una sottovalutazione delle “sia pur flebili possibilità offerte dalla ricerca in un campo ancora tutto da esplorare come quello delle malattie rare”.




Redazione Papaboys

 

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