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L’Italia che vince il terremoto. Grazie anche alla Chiesa. Restituita agli aquilani la Basilica di Collemaggio

Cerimonia di riapertura di uno dei luoghi simbolo dell’Aquila, dopo il restauro a seguito dei danni subiti per il terremoto. L’arcivescovo Petrocchi: ricostruire la città, nella mente e nel cuore
Per uscire dal “devastante trauma, materiale e psicologico, del terremoto, non basta ‘rifare’ i muri, ma occorre ricostruire la città, nella mente e nel cuore” degli abitanti: la riapertura della Basilica di Collemaggio all’Aquila è “una tappa importante del cammino, lungo e faticoso, verso la rinascita” della città. Così mons. Giuseppe Petrocchi, arcivescovo del capoluogo abruzzese, alla cerimonia di restituzione alla cittadinanza della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, completamente restaurata dopo i gravi crolli e i danni subiti in seguito al sisma del 6 aprile 2009. Presenti, tra gli altri, il ministro italiano dei Beni culturali Dario Franceschini e il vice presidente del Parlamento europeo David Sassoli.

Bisogna mobilitare l’“anima” cristiana e sociale della gente, ha aggiunto il presule, “per attivare anche un condiviso umanesimo civico, che consenta di rinvigorire i valori dell’‘etica comunitaria’ e della ‘solidarietà municipale’”. Nell’impresa della ricostruzione, ha proseguito, “il cuore della speranza deve pulsare con il ritmo della partecipazione integrata, della rigorosa legalità e della rapidità esecutiva”, nonostante la strada sia “ancora in salita, specie nell’edilizia pubblica”. In tale ottica, ha auspicato pure la ricostruzione del Duomo della città.

La riapertura della Basilica di Collemaggio, ricostruita in due anni grazie anche a un investimento dell’Eni di 12 milioni di euro, è “un atto dovuto” ai cittadini “che hanno attraversato dolori e sofferenze e che oggi vedono la rinascita del simbolo della loro identità”, ha detto il ministro Franceschini.

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di Giada Aquilino per Vaticannews.va

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