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L’illecito traffico delle reliquie nel web: una vergogna ed uno scandalo!

Il poeta Giovanni Boccaccio (1313 – 1375), nella sua monumentale opera “Decameron“, tra i racconti della sesta giornata narra la stravagante vicenda di frate Cipolla, un religioso “piccolo, di pelo rosso e lieto nel viso e il miglior brigante del mondo“.

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Egli, che si vantava dinnanzi al popolo di possedere niente meno che una penna lasciata dall’Arcangelo Gabriele durante la sua visitazione alla Vergine Maria, fu vittima d’un scherzo: dei giovani scettici vollero rubare quella penna e sostituirla con dei carboni al fine di mettere in ridicolo il frate. Quest’ultimo, il quale aveva promesso alla folla di mostrare l’angelica reliquia, accortosi della sostituzione durante il suo discorso pubblico, attraverso un abile gioco di parole e una storia inventata, in maniera sfacciata si vantò di possedere i carboni “co’ quali fu il beatissimo martire san Lorenzo arrostito“.
I due schernitori, udito tutto ciò, “avevan tanto riso che eran creduti smascellare“.

La storia, ovviamente critica nei confronti della Chiesa del tempo, narra in chiave umoristica la tragicità del traffico e contraffazione delle reliquie sante. Un male da molti secoli esistente che, tramite le nuove possibilità di scambio offerte dalla rete internet, trova sempre più spazio e risorse. Un male sacrilego condannato con fermezza dal Diritto Canonico, eppure in forte ascensione.

Il caso di eBay

Il più famoso sito web di scambio e vendita merci è senza dubbio eBay.
Fondato il 3 settembre 1995, a partire dal biennio 2007-2008 è divenuto un’importantissima piattaforma d’affari per molte imprese. Nel 2009 si stimava che il giro d’affari in Italia raggiungesse i 270 milioni di euro.
In esso è possibile trovare di tutto: dagli utensili per la cucina agli strumenti musicali, dalle auto d’epoca ai libri più rari, dai mobili in legno agli smartphones, dai vini pregiati alle lampade da giardino. Lo slogan del sito, non a caso, recita: “Qualunque cosa tu stia cercando su eBay c’è“.
 

 

Facilmente reperibili sono persino zucchetti o pezzi d’abiti appartenuti a Pio X, Giovanni Paolo II o Benedetto XVI. Questi, a differenza della papalina di Papa Francesco, non vengono di certo messi all’asta per beneficenza.
Attraverso una veloce ricerca abbiamo inoltre scoperto che, sino al 2005, vi erano aste di Sante Particole consacrate da Papi, cardinali o vescovi importanti. Particolare fu il caso d’una Santa Particola consacrata da Giovanni Paolo II e venduta per ben 2.000 euro: solo dopo un numero cospicuo di segnalazioni, boicottaggi e proteste, eBay decise di vietarne il commercio e quell’Ostia venne consegnata ad una diocesi dell’Iowa. Alcuni commentatori del tempo si chiedevano, a buon diritto, se non fosse stato il caso di ripensare l’intera questione dell’Eucaristia data in mano.
Durante la nostra indagine abbiamo infine identificato uno dei trafficanti di spicco, ovvero un utente di nome father_salvatore il quale afferma di spedire la sua mercanzia direttamente dalla Città del Vaticano con tanto di certificati autentici (e prezzi non indifferenti).
Benché questo soggetto sia stato più volte denunciato da fedeli di tutto il globo alle autorità ecclesiastiche, egli ha sempre potuto continuare la sua illecita e fraudolenta attività su eBay in quanto il divieto espresso dal sito è riferito solo alla vendita di resti umani, ma non quella di capelli: le sue reliquie, infatti, sono tutte spacciate per capelli di santi.

Dubbi sulla reale autenticità di questi oggetti sono comunque d’obbligo: padre Giuseppe Midilli, direttore dell’Ufficio Liturgico del Vicariato di Roma, in un’intervista ha specificato che non esiste un registro elencante le reliquie riconosciute dal Vaticano, pertanto i presunti “documenti ufficiali” tanto sponsorizzati dai venditori – e la stessa reliquia – sono quasi certamente un falso.
Non è tuttavia da escludere la pista del furto. Come riportato da Linkiesta, sebbene le ruberie siano in leggero calo negli ultimi anni, ben 5180 sono i reliquiari trafugati tra il 1970 e il 2013 segnalati nella banca dati dell’Arma dei Carabinieri, e tra il 2011 e il 2014 sono stati 10.859 gli oggetti religiosi rubati.
Tra gli acquirenti è possibile trovare persone di tutti i ceti sociali; non mancano naturalmente sacerdoti in cerca di “rarità” per la propria parrocchia o cardinali collezionisti, tutti forse ben poco coscienti del peccato di simonia in cui si incorre (aggravato dalla possibilità che l’oggetto sia rubato o contraffatto).
Tutto ciò, tristemente, è il frutto d’una clamorosa falla legislativa. Non esiste infatti una legge specifica che vieti questo commercio fraudolento e ingannatorio, e la stessa Chiesa sembrerebbe aver gettato la spugna: Jeff Sypeck, uno scrittore cattolico di Washington, già alcuni anni fa denunciava la completa indifferenza di diverse arcidiocesi americane di fronte al problema nonostante le numerose segnalazioni via telefono dei fedeli.
 
Per quanto il caso di eBay possa sembrare grave, non è difficile ipotizzare la presenza d’un mercato ancor più consistente neldeep web, nonchè la vendita attraverso canali alternativi.
Alla vista di tutto questo ci preme ricordare la vicenda di Santa Prassede (I° secolo d.C.) nella speranza di ravvivare il giusto rispetto verso i resti dei santi. Figlia del senatore romano Pudente, era solita nascondere in casa sua i cristiani perseguitati e raccogliere con una spugna il sangue dei martiri per conservarlo in quanto sangue santo: ben conscia era dell’importanza di quella reliquia e per difenderla subì, assieme a tutta la famiglia, il martirio.
I secoli passano e le devozioni possono subire modifiche, ma le reliquie meritano sempre la più profonda riverenza.

Redazione Papaboys (Fonte www.veniteadme.it)

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