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Libano sotto attacco kamikaze. Opac denuncia armi chimiche in Siria

La guerra civile siriana minaccia anche il vicino Libano. Almeno nove persone sono morte e quattro ferite da una bomba esplosa ad Arsal, nella parte orientale del Paese. Continuano anche i raid russi in Siria mentre l’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche denuncia l’uso di gas mostarda da parte dello Stato Islamico lo scorso agosto. Il servizio di Michele Raviart:

Libano

Ad essere colpito è stato l’edificio usato come tribunale dagli ulema di Arsal, nel distretto libanese a maggioranza sunnita di Baalbek. L’attentato, probabilmente provocato da un kamikaze che indossava una cintura esplosiva, ha ucciso almeno sei religiosi, perlopiù siriani rifugiati in Libano. In Siria, intanto, nelle ultime 48 ore la Russia e il governo di Damasco hanno effettuato 81 raid aerei, colpendo, secondo l’agenzia di stampa ufficiale siriana, 260 obiettivi dei terroristi in varie località tra cui Aleppo, Damasco e Raqqa, capitale del sedicente Stato Islamico. In uno di questi attacchi, nella città di Boukamal al confine con l’Iraq, sono morte 19 persone, tra civili e jihadisti. E proprio i jihadisti dell’Is sarebbero responsabili, secondo l’organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, dell’uso di gas mostarda durante il bombardamento sulla città di Marea del 21 agosto scorso. Gli effetti del gas, secondo il Guardian, causarono la morte di un neonato cinque giorni dopo l’attacco. E mentre la Francia annuncia l’utilizzo della portaerei Charles De Gaulle contro gli uomini del califfato, parla il sindaco di Kobane, città curda minacciata dall’Is, in visita a Firenze: “la nostra città e divenuta un simbolo resistenza per tutta l’umanità.




Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)

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