Encicliche, lettere, discorsi, costituzioni apostoliche, motu proprio, omelie, radiomessaggi: è vastissimo lo spettro dei testi presentati, i quali “attestano la continuità di una tradizione che, a partire dalla Rivelazione biblica, si sviluppa in modo originale e profondo lungo tutta la storia umana, nell’intreccio tra epoche e culture, vissuti ecclesiali, attenzioni pastorali e riflessioni teologiche”, annota nell’introduzione l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio. È la famiglia a tenere in vita la società umana e “la Chiesa, fin dalle sue origini, ha sentito la responsabilità di aiutare le famiglie cristiane a vivere la loro vita secondo i principi evangelici – prosegue il presule –. Lo stesso sviluppo del cristianesimo è avvenuto attraverso la rete delle famiglie, mostrando così quel legame strettissimo che c’è tra la vita della Chiesa e la vita delle famiglie cristiane”.
Scorrendo l’opera si apprende che la prima Enciclica dedicata da un Pontefice al matrimonio è la Arcanum divinae sapientiae di Leone XIII, datata 1890, mentre nel 1930 Pio XI esprimeva nella Casti connubii la prima e fermissima condanna della contraccezione.
Il Concilio Vaticano II riserva un’attenzione particolare al matrimonio, che nella Gaudium et spes viene interpretato come una “intima comunità di vita e d’amore coniugale” tra uomo e donna, che presenta “molteplici valori e fini”. L’Enciclica Humanae vitae di Paolo VI del 1968 sintetizzerà poi le principali caratteristiche dell’amore coniugale nel sacramento matrimoniale, come amore pienamente umano, totale, fedele e fecondo. Negli anni Ottanta, il Sinodo sulla famiglia e l’Esortazione apostolica Familiaris consortio (1981) manifestano una rinnovata premura per le questioni pastorali, fino ad arrivare ai giorni nostri, nei quali “le difficoltà storiche del matrimonio e della famiglia, a livello culturale, civile ed ecclesiale – puntualmente registrate nell’Instrumentum laboris (2014) – costituiscono davvero una ulteriore sollecitazione e un tempo opportuno – un autentico kairòs – per la Chiesa tutta” scrive ancora monsignor Paglia.
Di Luca Caruso