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Le schiave bambine di Firenze. Funzionano i divieti anti-tratta

Le bamboline minorenni barcollano sul tacco 12. Strizzate in abitini di poche spanne, fasciate in calze autoreggenti scure, le riconosci non solo dall’espressione. Ma perché sono tra le poche, sotto ai lampioni, ad attendere l’orco automunito. Le altre, le «donne grandi», hanno la patente e aspettano dentro alle Smart grigio-azzurre messe a disposizione dall’organizzazione.

A poca distanza, nascosto dal caseggiato, c’è il parco delle Cascine, ritrovo abituale di minorenni maschi in attesa di vegliardi imbottiti di viagra e denaro contante. Dicono sia periferia. Ma succede quasi in centro, sotto al palazzo del Tribunale, nel quartiere di Novoli, lungo i tre chilometri di palazzi e strade ben illuminate che separano le serate inconfessabili dai candidi marmi di Santa Maria Novella. Barbie, la biondina venuta dal freddo Est, assicura di avere 23 anni. L’ha chiamata così un cliente, uno dei primi a pattuire con lei «mezz’ora di giochi».

Era lo scorso giugno. Lo ha rivisto altre volte. Dice che è gentile, lui le parla delle sue figlie e della loro collezione di Barbie, perciò senza alcun pudore l’ha chiamata così. La paga bene e a Barbie questo vezzeggiativo piace, perché «di sera tutti vogliono Barbie e le altre ragazze sono invidiose». Ma poi all’indovinello su «quanti anni hai veramente?», smette di sorridere solo quando per due volte dici cincisprezece. Forse perché le ricorda la sua terra, la Romania. Oppure perché cincisprezece sta per quindici, gli anni della sua perduta adolescenza. Lo ‘sbirro’ che draga la zona, ne conosce i peccati e i peccatori. Dice che quello del sindaco Nardella «non è un provvedimento antiprostituzione». Qualcosa di più: «La considero un’ordinanza antistupro». E ha ragione: «Codesti clienti – dice da fiorentino sincero e da padre arrabbiato davanti alle tante Barbie di Novoli – non sono dei bischeri come dicon loro, son stupratori. Sicché te lo sai che codeste son bambine e non cambia niente se per portarle a letto non devi pigliarle a ceffoni».

Le altre, le maggiorenni, invece si riparano dal freddo dentro alle auto con le frecce sempre accese, il segnale convenuto con i clienti delle notti sbagliate fiorentine. Solo che adesso nelle utilitarie che di notte transitano a passo d’uomo ci sono anche vigili in borghese a caccia di clienti. Una volta scoperti, tremano di vergogna e perché temono che si venga a sapere. Con l’ordinanza firmata dal sindaco Dario Nardella si istituisce il divieto di chiedere o accettare prestazioni sessuali a pagamento. Non è necessario aspettare la consumazione dell’atto, come vorrebbero certe altre norme che costringerebbero gli agenti a trasformarsi in guardoni, basta un cenno d’intesa con le ragazze perché scatti la sanzione e la denuncia. In meno di una settimana sono stati pizzicati in due. Ma i numeri, in questa guerra tra dignità e brutalità travestita da prestazione remunerata, contano poco. Conta il messaggio. E in queste sere i clienti scarseggiano. «Forse ci faranno spostare in qualche altra strada», dice Barbie preoccupata perché «loro», i magnaccia che prosperano su donne e spaccio, potrebbero vederla perder tempo a chiacchierare. Fino a quando sullo smartphone le arriva un messaggio: «Il capo dice che stanno arrivando due amici».

È anche per salvaguardare le più fragili tra le sfruttate che Serena Perini (Pd) ha spinto sull’acceleratore perché si approvasse l’ordinanza antitratta. Con un passato da medico in Rwanda e un presente da membro dell’équipe nazionale antitratta dell’associazione Papa Giovanni XXIII di don Oreste Benzi, Perini guida la commissione consiliare ‘Pace, diritti umani, solidarietà, immigrazione e pari opportunità’. Riconosce che «questa iniziativa da sola non basta a sconfiggere lo sfruttamento delle donne, ma già altri Comuni vicini si stanno adoperando per varare analoghe ordinanze», così gli sfruttatori non avranno gioco facile traslocando poco più in là. Come a Prato, dove il sindaco Biffoni ha annunciato un giro di vite, e poi Scandicci, Sesto Fiorentino e via via in tutta la cintura. Soprattutto il dibattito scaturito dopo l’adozione delle nuove misure «sta permettendoci di far conoscere cosa davvero è la prostituzione – aggiunge Perini –, perché intorno a questo fenomeno c’è molta ignoranza e sono ancora troppo pochi a conoscere e comprendere cosa ci sia dietro a una ragazzina gettata in strada». Stanotte piove, il freddo comincia a pungere, ma le Barbie devono restare sotto ai lampioni, per mostrarsi meglio.

Poco lontano, nel buio del Parco delle Cascine, si guadagnano da vivere ragazzini stranieri, probabilmente fuggiti dalle comunità per minori non accompagnati. Andrea, transessuale che gioca con la declinazione ambivalente del suo vero nome, parla anche a nome di quelli che la gente di qui chiama ancora «travestiti». «I ragazzetti nordafricani ci stanno prosciugando la piazza, ma io non ce l’ho con loro, ce l’ho con i clienti, tutti italiani. Noi almeno siamo adulte, ma quelli son bambini», dice Andrea aspettando clienti che stasera tardano a farsi un giro. Solo nel 2016 un totale di 6.561 minori non accompagnati (dati Unicef) hanno fatto perdere le proprie tracce. Non di rado finiscono ad appartarsi come i ragazzini che aspettano vicino alle siepi del parco e non si lasciano avvicinare da chi non ha intenzione di pagarli. Alle tre del mattino Novoli è un deserto umido. Alcune Smart sono filate via. Barbie è tornata al suo posto, davanti al centro commerciale. Rimette a posto le calze. Non ha più molta voglia di parlare. Mancano due ore alla fine del ‘turno’. Poi, per tutto il giorno, Barbie smetterà di essere un balocco. Prima che torni sera.






DA SAPERE

Multa a casa e denuncia: cosa prevede l’ordinanza
Con l’ordinanza firmata dal sindaco Dario Nardella si istituisce il divieto di chiedere o accettare prestazioni sessuali a pagamento. Non è necessario aspettare la consumazione dell’atto: gli agenti della polizia municipale, sia in borghese che in divisa accerteranno se c’è stata una richiesta, un consenso o un accordo su una prestazione sessuale a pagamento. A questo punto scatta la denuncia per il cliente sulla base dell’articolo 650 del codice penale, per violazione di una ordinanza delle autorità. Non sono previste sanzioni per chi offre la prestazione, a meno che non ricorrano altre violazioni di legge. L’atto firmato dal sindaco, volto a sanzionare chi chiede o accetta prestazioni sessuali e a tutelare le persone che sono o possono essere oggetto di sfruttamento, è stato reso possibile dal decreto Minniti, convertito in legge lo scorso mese di aprile, che per la prima volta consente ai sindaci di emettere un’ordinanza contro coloro che ottengono prestazioni sessuali a pagamento. Sulla base del decreto, il sindaco ha quindi adottato un provvedimento mirato che punta alla riduzione del fenomeno. L’ordinanza è in vigore in tutta la città, e non solo lungo le strade in cui è stata rilevata la presenza di persone che esercitano la prostituzione, in modo da evitare che il fenomeno si sposti in altre zone di Firenze.




Fonte avvenire.it

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