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Le parole del commissario straordinario Arcuri: “Momento drammatico, muoviamoci solo se necessario”

”Siamo in un momento assai delicato per certi versi drammatico”. Lo ha detto il commissario straordinario all’emergenza Coronavirus Domenico Arcuri. “Il virus ha recuperato forza, capacità di espandersi, di diffondersi ed è ancora tra noi in tutto il mondo’, ha scandito invitando tutti a muoversi “solo se necessario”.

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”In Italia i contagiati il 7 ottobre erano 3.677, il 14 ottobre 7.332, il 21 15.199, ieri il 28 ottobre 24.988. La progressione dell’attuale Rt determina un raddoppio ogni settimana. Questa è la cruda realtà dei numeri, ogni numero vale più di mille parole”.

E, ha avvertito il commissario, ”se la curva non si raffredda con questi numeri nessun sistema sanitario, tantomeno quello italiano, sarebbe capace di reggere”.

”Come si raffredda la curva dei contagi? Le misure del governo hanno esclusivamente questo fine, sono la minima combinazione di azioni possibili per provare a raffreddare la curva dei contagi. Bastano queste misure? Io credo che serva qualche nuovo ingrediente. Innanzitutto serve quello che io chiamo un nuovo patto di responsabilità ritrovata. Serve un sacrificio ulteriore, dobbiamo tutti muoverci il meno possibile. L’80 per cento dei contagi avviene in famiglia ma qualcuno nelle case il virus ce lo porta”.

Promosse invece da Arcuri le scuole. ”In questo momento il virus circola assai di meno nelle scuole che nel resto del Paese. Spesso purtroppo il virus entra nelle scuole, non esce mai dalle scuole”, ha sottolineato il commissario precisando che ”non risulta che la scuola faccia crescere il numero dei contagi, è uno dei luoghi più protetti, ovviamente la mobilità in sé è un agente di contagio”.

Proprio per questo boccia la decisione della Puglia. ”Io sono fermamente contrario all’ordinanza del presidente Emiliano, trovo che sia una decisione non giustificata, inopportuna e asintotica rispetto alle decisioni che il governo ha inteso prendere. Crediamo che la scuola sia un valore non negoziabile”.

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