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Le novità del “Motu Proprio” con l’Avvocato e Canonista Anna Egidia Catenaro

conclave ARTICOLOTESTIMONIANZE DI FEDE – Anna Egidia Catenaro, Presidente dell’Associazione “Avvocatura in Missione” è Laureata in Diritto Canonico e ci spiega le novita del “Motu Proprio” di Papa Francesco.

 Quali sono le novità del Motu Proprio?
Le novità del Motu Proprio che Papa Francesco ha da poco emanato, possono essere raccolte nella sua esigenza di donare ai fedeli una maggiore rapidità nel processo.
Vorrei precisare che a livello sostanziale, non è cambiato quasi nulla, nel senso che le cause di nullità sono rimaste le stesse semplicemente con qualche piccola apertura. Ciò che varia invece è la procedura.
Il Principio che il processo canonico persegue è quello della salvezza delle anime. Pertanto, proprio nell’anno della Misericordia, il Papa ha deciso di accelerare i processi per donare alle anime, che hanno bisogno di fare un po’ di chiarezza nella propria vita, la possibilità di capire se il proprio matrimonio era sacramento oppure può essere considerato diversamente da esso.



Al momento, nel codice vigente, si prevede il doppio grado di conformità della sentenza di nullità. Nel caso in cui, una delle parti chiede che venga accertato e pertanto dichiarato il proprio matrimonio nullo, il Giudice di secondo grado deve confermare ciò che è stato detto nella prima sentenza.
La novità, invece, sta proprio nel fatto che non ci sarà una sentenza di secondo grado che accerterà la nullità. Ci si soffermerà alla certezza morale che raggiunge solamente il primo Giudice.
L’altra novità è la istituzione di un “processo breve”, la cui competenza è riservata direttamente al Vescovo diocesano. In ogni diocesi dovrà esserci un Tribunale ecclesiastico che potrà decidere le cause di nullità dei propri fedeli in alcuni casi indicati ed in cui si ravvisa una palese fondatezza della causa.

Si parla di “Annullamento” di matrimonio o di nullità? Qual è la differenza?
In Diritto Canonico non si parla mai di annullamento, si parla di nullità del matrimonio; cioè, per far sì che un matrimonio sia dichiarato nullo, occorre che il sacramento non ci sia mai stato, non si è mai costituito. Si guarda a tutto ciò che è accaduto prima del SI innanzi al sacerdote.
Il codice prevede vari motivi per il quale il sacramento non si è costituito.
Viceversa se il sacramento ci fosse stato, un matrimonio non potrà mai essere dichiarato nullo.

Cosa ne pensa della Riforma di Papa Francesco sulla nullità, è favorevole?
Penso che sia di difficile attuazione perché le varie conferenze episcopali, dovrebbero attivarsi e finanziare i processi.
Papa Francesco ha detto che i processi saranno gratuiti, ma credo che la gratuità sarà limitata a quella piccola somma che va al Tribunale mentre chi va dal proprio legale per presentare la domanda, il libello per dichiarare la nullità del matrimonio, dovrà ovviamente pagarlo.
Il Tribunale avrà i propri Giudici, il proprio Cancelliere e i dipendenti che dovranno essere pagati.
Insomma resta il problema di chi dovrà finanziare i Tribunali; se per assurdo in ogni Diocesi, si riuscirà ad istituire un Tribunale ecclesiastico diocesano, chiaramente aumenteranno tantissimo le spese ma anche gli impieghi.
Sicuramente lo scopo può essere interpretato in senso positivo, per alcuni continenti dove il Tribunale ecclesiastico è molto lontano come i Paesi dell’Asia, dell’Africa dove magari non vi è la presenza di tanti Canonisti, pertanto se il Vescovo funge da giudice ecclesiastico potrà essere senz’altro un aiuto.

Cosa ne pensa della mancanza di fede, considerata uno dei requisiti validi per dichiarare la nullità del matrimonio?
Direi che anziché considerare la “mancanza di fede”, che è la novità introdotta dal Motu proprio, uno dei motivi per dichiarare nullo il sacramento, bisognerebbe curare il male alla radice. Bisognerebbe rilanciare una attività di evangelizzazione proprio sulla famiglia e sulla formazione al matrimonio.
A volte la formazione al matrimonio viene fatta in tempi troppo veloci, inoltre i parroci nonostante conoscano le coppie che seguono un cammino di fede da quelle che non lo praticano danno ugualmente a quest’ultime, la possibilità di celebrare un matrimonio canonico.
Bisognerebbe cominciare a proporre dei cammini di fede anche alle persone che vogliono sposarsi al fine di far comprendere con serietà quali siano le finalità e le proprietà del matrimonio per discernere chi ha questa vocazione e chi no.
Secondo il Canone 1055 del Diritto Canonico il Patto matrimoniale è quello tra un uomo ed una donna che stabiliscono tra loro la comunione di tutta la vita.
I ragazzi devono comprendere che è davvero una comunione per tutta la vita, ordinata al bene dei coniugi, alla procreazione, all’educazione della prole.
Tante cause di nullità matrimoniale secondo me, si potrebbero risolvere all’origine con una formazione più profonda da donare ai giovani.
Servizio di Rita Sberna

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