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Le Beatitudini – E sarai beato perché non hanno da ricambiarti

984135_811570745533991_6968808602773315451_n - CopiaBEATITUDINI – Gesù è invitato a pranzo. Dopo aver insegnato agli ospiti come comportarsi con umiltà, scegliendo gli ultimi posti, rivolgendosi a colui che lo aveva invitato, dice: “Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch’essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti” (Lc 14, 12-14).

Oggi Gesù rivela come farsi un tesoro nel cielo. Dio benedice noi sulla terra. Vuole che noi diventiamo la sua benedizione per coloro che non possiedono nulla, che sono privi di tutto. Come noi che siamo privi di tutto, tutto riceviamo da Dio, così anche coloro che sono privi di qualsiasi cosa devono ricevere tutto da noi. Noi siamo la loro provvidenza; siamo la benedizione di Dio verso di loro. Per noi vivono, ma anche per noi muoiono, se non li aiutiamo in tutto come Dio aiuta noi. Dio ha misericordia di noi, noi dobbiamo avere misericordia di loro.

Dobbiamo avere misericordia e pietà per i poveri non solo in segno di gratitudine e di benedizione verso il Signore che ci ha arricchiti con l’abbondanza dei suoi doni sia materiali che spirituali, ma anche per una ragione ancora più forte. Il cielo è un dono di Dio, un’elargizione del suo amore e della sua misericordia. La nostra vocazione è quella di dimorare con Dio per tutta l’eternità. Il Signore dovrà accoglierci nelle sue dimore eterne.

Chi accoglierà il Signore? Tutti coloro che: hanno fatto della loro casa una casa di accoglienza per i poveri della terra; hanno usato i beni per fare del bene a coloro che sono privi di ogni bene; si solo liberati da ogni convenienza umana e non hanno cercato su questa terra la ricompensa che viene dagli uomini, ricompensa futile, vana, di poca durata, senza valore, per attendere l’unica vera ricompensa: quella che viene da Dio e che è una più larga e copiosa benedizione su questa terra, perché si possa continuare a fare ogni bene a coloro che non possono ricambiarci, e poi l’abitazione eterna nella sua dimora celeste, rivestiti di gloria e di splendore.

Dinanzi a questa Parola di Gesù due sole possono essere le risposte dell’uomo: o la fede, o la non fede. Crede in essa chi veramente, realmente fa della sua vita un dono d’amore per i fratelli più poveri; chi accoglie nella sua vita i poveri e vive in funzione di loro; chi sceglie di fare loro il bene, perché loro sono l’immagine vivente che Cristo ha lasciato di sé nella storia, in questo mondo. Non crede in questa Parola chi chiude la sua vita nei beni di questo mondo e fa della ricompensa terrena il solo scopo della sua  esistenza.

La fede cambia le relazioni tra gli uomini. La non fede crea strutture di peccato, di morte, di ignoranza dei poveri e dei miseri, di non accoglienza dei bisognosi. La fede cambia tutto, perché nella fede cambia il cuore, la mente, la volontà dell’uomo. La non fede lascia l’uomo nel suo cuore indurito, nella sua mente chiusa alla verità, nel suo spirito orientato solo su se stesso e sulla ricerca di piaceri e di gioie effimeri.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, donaci occhi puri e mente libera, cuore e anima sgombri dal peccato, perché possiamo imitarti, servendo Gesù nei poveri e nei piccoli di questo mondo.

di Don Francesco Cristofaro

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