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L’Avvento con s. Agostino – III domenica

corona-davventoLa terza settimana di Avvento è contrassegnata da un tono di speranza. La liturgia domenicale, proponendo come ritornello l’invito alla gioia, è definita con il titolo: Gaudete. Del resto siamo quasi a metà del percorso di avvicinamento al Natale.

La profezia dell’Antico Testamento sulla venuta del Messia si compie nell’accoglienza da parte di Maria del piano salvifico di Dio. Aprendosi all’umile ascolto della Parola di Dio, Maria genera nella fede – prima ancora che nella carne – il Figlio di Dio. Agli uomini è dunque proposto di imitare il cammino di fede di Maria, la Virgo fidelis, colei che si affida interamente al Signore: Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto (Lc 1, 38).

“Dite agli smarriti di cuore: Coraggio!
Non temete; ecco il vostro Dio…Egli viene a salvarvi”.
(Is 35, 4)

Dai “Discorsi” di Sant’Agostino Vescovo(Serm. 66, 1-4)

La testimonianza di Cristo su Giovanni

Giovanni vide il Signore, lo vide, puntò il dito verso di lui e disse: Ecco l’agnello di Dio che prende su di sé i peccati del mondo (Gv 1, 29). Eccolo qui. Era già venuto ma non era riconosciuto; per questo la gente si era formato un errato concetto di lui. Ecco, è qui Colui che i Patriarchi desideravano vedere, che i Profeti preannunciarono, ch’era stato prefigurato dalla Legge. Ecco l’agnello di Dio, ecco coluiche prende su di sé i peccati del mondo. Egli rese questa bella testimonianza al Signore e il Signore a lui: Tra i nati di donna – disse – non è sorto nessuno più grande di Giovanni il Battezzatore; chi però è il più piccolo nel regno dei cieli, è più grande di lui (Mt 11, 11).Giovanni precedette il Cristo sia nel nascere che nell’annunciarlo, ma lo precedette come un umile servo obbediente senza mettersi al di sopra di lui. Quanto grande fu dunque la testimonianza resa a Cristo da Giovanni? Tanto grande, da fargli dire che non era degno di sciogliere i lacci dei suoi sandali. Egli confessò d’essere solo una lampada accesa da lui e perciò si rifugiò ai suoi piedi per paura che, innalzandosi, venisse spenta dal vento della superbia. Era tanto grande, ch’era creduto il Cristo, e se egli stesso non avesse confessato di non esserlo, sarebbe rimasto l’errore e si sarebbe continuato a credere ch’era lui il Cristo. Il popolo gli tributava onore ed egli lo rifiutava. Qui sta la sua umiltà! La gente sbagliava nel reputarlo più grande di quello ch’era ed egli si umiliava. Egli non voleva la grandezza attribuitagli dalle parole degli uomini, perché aveva compreso che cosa era “la Parola” di Dio.

Abbiamo udito la verace e bella testimonianza resa da Giovanni a Cristo e da Cristo a Giovanni. Che significa dunque il fatto che Giovanni mentre era rinchiuso in carcere, ov’era destinato ad essere ucciso presto, mandò da Cristo i suoi discepoli, e disse loro: Andate e domandategli: Sei tu quello che deve venire o dobbiamo aspettare un altro? (Mt 11, 2-3). A questo si riduce tutto l’elogio che di lui aveva fatto? L’elogio è forse diventato un dubbio? Che cosa dici, Giovanni? A chi lo dici? Perché lo dici? Lo dici al giudice, tu, suo banditore. Sei stato tu a tendere il dito, a mostrarlo, e a dire: Ecco l’agnello di Dio che si addossa i peccati del mondo. Sei stato tu a dire: Tutti noi abbiamo preso dalla sua ricchezza (Gv 1, 16). Sei stato tu a dire: Non sono degno di sciogliere i lacci dei suoi sandali (Gv 1, 27), e adesso tu dici: Sei tu che devi venire o dobbiamo aspettare un altro? Non è proprio lui stesso? E tu chi sei? Non sei forse il suo precursore? Non sei forse tu colui del quale è stato predetto: Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te; egli ti preparerà la strada? (Mt 11, 10) Come mai prepari la strada e tu vai fuori strada?

I discepoli di Giovanni tenevano in grande stima il loro maestro; avevano sentito la testimonianza resa da lui a Cristo e n’erano rimasti stupiti; per questo sul punto di morire egli volle che ne avessero la conferma da Cristo. Senza dubbio quelli pensavano tra se stessi: “Costui dice di lui cose tanto grandi, mentre non le dice di se stesso”. Andate a chiedergli: non perché io dubiti, ma perché siate informati voi. Andate a chiedergli: sentite da lui ciò che sono solito dire io: avete udito il banditore, abbiate ora la conferma del giudice. Andate a chiedergli: Sei tu che devi venire, o dobbiamo aspettare un altro?Andarono, chiesero, per loro non per Giovanni. E per dare una risposta ad essi Cristo disse: I ciechi vedono, i sordi odono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono guariti, i morti risorgono, ai poveri è annunciata la salvezza. Voi mi vedete, riconoscetemi: vedete le opere, riconoscete chi le compie. E beato chi non si scandalizzerà di me (Mt 11, 4-6). Ma questo lo dico di voi, non di Giovanni. Poiché per farci capire che non lo diceva di Giovanni, Cristo cominciò a parlare di Giovanni alla folla mentre quelli se ne andavano (Mt 11, 7): fece l’elogio veridico di lui chi era verace, anzi la Verità.

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