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L’attentato a Nizza che mette in crisi il mio essere prete

L’attentato a Nizza che mette in crisi il mio essere preteI primi a dare la notizia della loro morte sono le vittime. Prima di cadere al suolo e di essere schiacciati, filmano e condividono non “quello che accade nel mondo” ma quanto avviene a loro stessi, al loro mondo. Nizza.

Festa del 14 luglio. Francia. Telefonini puntati al cielo. Fuochi d’artificio. E poi tutti a terra. Schiacciati e colpiti da altri fuochi. Smartphone su un Tir enorme che schiaccia la gente, che spacca me e chi amo.

Chi sei per schiacciare una folla inerme di persone in festa? Chi sei per continuare a correre per 2 km seminando terrore e morte? Chi sei per guidare a zig zag e schiacciarne di più e sparare da più angolazioni? Cosa sentivi quando il Tir sobbalzava? Gridavi Inshallahquando sotto le ruote taceva tutto e non sentivi più nulla? Chi sei per continuare e continuare e continuare? Non mi basta dire che sei mussulmano.

Adoriamo lo stesso Dio e so che queste atrocità nascono dal nostro cuore e dalle nostre mani e non da Lui. Chi sei? Isis, terrorismo di matrice islamica, immigrato, tunisino francese? Non mi basta dare una sigla. Ho sempre cercato ragioni più profonde e se non le trovavo, cercavo ancora. Per questo da un momento in poi della mia vita ho sempre creduto. Per questo mi sono fatto prete.

Fino a ieri notte la mia ragione, la mia comprensione di fatti e misfatti ha sempre trovato riparo, senso, accompagnamento, profondità, nel mio rapporto con Dio, ma stanotte ho vacillato. È stato un tempo lunghissimo e tuttora non so se ne esco. Non me ne importava più nulla di chi sono e del perché sono così, prima uomo, poi credente, infine prete. Non volevo più guardare i perché del tuo gesto immondo. Schiacciare esseri umani sotto le ruote. Anche un bambino che mette le miccette in un formicaio si vergogna di essere così vile. Ma tu non sei un bambino, lapromenade di Nizza non è un formicaio. E tu non ti vergogni. Hai pensato, pianificato, progettato, la morte per schiacciamento, smembramento, di famiglie intere. Tu non sei un uomo. Questa notte ti ho voluto fuori dal genere umano, questa notte è andata così.
Questo accadeva mentre gli utenti francesi diTwitter postavano le foto di sé stessi, dei loro congiunti, di quelli che erano lì sulla promenade e che non rispondevano più agli squilli impazziti di chi era a casa. I video amatoriali del sangue in diretta sui marciapiedi, confesso, non li ho guardati.

Ho urlato un silenzioso “basta!”. Basta ponti, basta capirsi, sforzarsi, aprirsi, accogliere. Basta prete e basta scrittore. Chi sei che fai questo? Ho sentito la rabbia e la voglia di chiamarmi fuori da gente che pensa e vive come te. Mi mancava questa crisi della fede. Ora non mi manca più. Ieri, assassino, mi hai fatto più forte. Con dolore, da sconvolto, ricomincio da qui.

Di Don Mauro Leonardi

Articolo tratto da Huffingtonpost


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