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L’Astronauta Parmitano scrive alle figlie: il mondo è nelle vostre mani

Luca Salvo Parmitano, è nato a Paternò, (Sicilia) il 27 settembre 1976), Parmitano si è diplomato al Liceo Scientifico Statale “Galileo Galilei” di Catania nel 1995, ha frequentato il quarto anno all’estero negli USA (California), grazie a una borsa di studio offerta da Intercultura[1]. È entrato in Aeronautica Militare nel 95′ con il corso Sparviero IV frequentato presso l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli. Ha conseguito la laurea in Scienze politiche all’Università di Napoli Federico II nel 1999. Durante il corso in Belgio, l’allora capitano Parmitano impattò con il suo AMX l’11 maggio 2005 contro un grosso volatile mentre volava su La Manica. Pur con l’abitacolo quasi distrutto dall’urto, senza ausilio della radio, colpito dal flusso aerodinamico e tra grosse difficoltà, riuscì comunque a riportare il velivolo a terra, rinunciando a eiettarsi e colpendo con la sua impresa la comunità aviatoria. Per l’episodio venne decorato con la Medaglia d’Argento al Valore Aeronautico.  Parmitano, è stato selezionato come astronauta ESA nel maggio 2009. Viene incluso nell’equipaggio di riserva della missione Expedition 34, e infine selezionato come ingegnere di volo per le missioni Expedition 36 ed Expedition 37. Il 28 maggio 2013 è partito con la Sojuz TMA-09M dal Cosmodromo di Baikonur, Kazakistan, in direzione della Stazione Spaziale Internazionale. È il suo primo viaggio nello spazio ed è rimasto fino a novembre dello stesso anno insieme ai suoi compagni Fëdor Nikolaevič Jurčichin e Karen L. Nyberg. La missione prevedeva la partecipazione di Parmitano ad almeno due passeggiate spaziali, la prima delle quali ha avuto luogo il 9 luglio 2013 ed ha avuto una durata di 6 ore e 7 minuti: Parmitano è diventato così il primo astronauta italiano a svolgere attività extraveicolari. La seconda attività extraveicolare ha avuto luogo il 16 luglio 2013, ma si è interrotta anzitempo a causa di un problema tecnico. Poco dopo l’inizio della sessione Parmitano ha riportato di avere dell’acqua all’interno del casco. Dato che l’acqua continuava ad aumentare ed aderiva al volto di Parmitano causandogli difficoltà di visione e di respirazione, il direttore di volo David Korth ha ordinato ad entrambi gli astronauti di rientrare nel Joint Airlock. Nel complesso la seconda EVA ha avuto una durata di 92 minuti. Pubblichiamo la lettera scritta alle figlie dal  suo blog personale:

Quando una prestigiosa rivista italiana mi ha chiesto di scrivere una lettera alle mie figlie, da pubblicare con il primo numero dell’anno, e parlare loro del futuro, non ero molto sicuro di quello che sarebbe stato il contenuto. Tuttavia, senza grandi preoccupazioni, ho accettato, ritenendo un privilegio il fatto che me l’avessero chiesto – un astronauta non è  un autore, ma è importante uscire dal nostro angolino confortevole per confrontarci con realtà che non conosciamo. Così, tra un esperimento (di cui ero la cavia) e un allenamento, mentre nuotavo, correvo, stringevo i denti per una prova di forza, pensavo alle mie figlie: come esprimere qualcosa non banale e al tempo stesso loro comprensibile adesso, ma anche fra dieci o quindici anni – e che non perda significato, ma che anzi si intensifichi con l’esperienza? Dopo due settimane – in cui ero spesso contattato per sapere se ero ancora intenzionato a collaborare – ho capito che stavo cercando di utilizzare troppo il cervello, e che quindi stavo cercando, come spesso accade, nel posto sbagliato. Due giorni prima della scadenza mi sono seduto alla scrivania dell’albergo che mi ospitava, in una fredda ma limpida notte d’autunno, ho smesso di pensare e ho iniziato a scrivere.

A Sara e Maia, Il mondo è incredibilmente bello. Forse l’avevo dimenticato, ma l’ho visto da lontano, e adesso ne ho le prove. Ma anche da vicino può essere meraviglioso, se guardato con gli occhi giusti: occhi come quelli vostri, che osservano con il dono della curiosità, illuminata  dalla luce della meraviglia. Occhi che credono ancora all’incanto, e non se vergognano – che comprendono senza bisogno di spiegazioni. È l’unico mondo che abbiamo, e contiene qualcosa di estremamente prezioso: il futuro. Ogni futuro è grande come il mondo intero. Il futuro, così come il mondo, non vi appartiene, ma è nelle vostre mani. È unico, ma non è mai uguale. Sembra infinito, ma è solo infinitamente fragile. Vorrei potervi indicare la strada che porta al vostro futuro, ma non è questo il compito di un padre. Quello che invece vorrei darvi è la mappa che contiene tutte le strade, affinché voi possiate scegliere il percorso. Siete ancora piccole per capirlo, ma voi bimbi siete molto più ricchi di noi adulti. Avete a disposizione un capitale che anche il più ricco degli uomini vi invidia: il tempo. Avete da poco iniziato a frequentare la scuola, e senza saperlo avete iniziato a investire questo vostro tesoro, per farlo crescere, trasformandolo in conoscenza, in esperienza, in ricordi. Questo è il solo bagaglio che potrete portare con voi, mentre viaggerete seguendo quella mappa che vorrei potervi dare.

Presto incontrerete i primi problemi, le prime sfide: a ogni bivio in quella mappa, dovrete contare su quel che avrete portato con voi per scegliere una strada. Inizialmente non vi sarà alcuna differenza: molte strade vi condurranno alla stessa destinazione, e cambierà solo il paesaggio, o forse la distanza. Ma, prima o poi, il cammino che sceglierete divergerà dal precedente in maniera irreversibile, e non ci saranno molte occasioni per tornare indietro. Ho imparato questo: avrete abbastanza tempo per scegliere il vostro cammino. A volte, scoprirete che il cammino non esisteva fino a che non avrete fatto il primo passo. Non ha importanza. L’unica cosa che conta è amare camminare. Scegliete quel che amate, amate quel che avrete scelto! E se il bivio sarà impervio – quando gli ostacoli sembreranno insormontabili, quando la luce non arriverà a illuminarvi il passo – sappiate che a volte è necessario perdersi nel buio per potersi trovare. Abbracciate le difficoltà: impreziosiranno il percorso. Cercate le sfide: renderanno il passo più sicuro. Infine: avrete dei compagni di viaggio, che a volte seguiranno lo stesso sentiero, altre se ne allontaneranno per poi ritornarvi o per sparire per sempre. Amerete la loro compagnia, e ne sentirete la mancanza quando se ne andranno. E se porteranno via con sé parte del vostro bagaglio, controllate bene: vi accorgerete che non solo non vi mancherà nulla, ma vi sarete arricchite.

a cura della Redazione Papaboys

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