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La storia di Daniela Rosati: dalla TV al convento. Vite che cambiano prospettiva

L’incontro con le brigidine di Santa Brigida di Svezia le hanno permesso di trovare la pace che cercava

Nella mia vita ho capito che nulla accade per caso, che ogni nostro desiderio buono e ogni nostra aspirazione al bene viene da Dio e che lui dispone ogni cosa per la nostra felicità, anche terrena, se solo riusciamo ad affidarci a lui».

Così Daniela Rosati, già volto noto di Mediaset e addirittura ex moglie del super manager del Milan Adriano Galliani che oggi vive nel sud della Svezia, a Vadstena, in una casa accanto al convento delle suore Brigidine, la cui spiritualità ha sposato ormai quasi quindici anni fa (Credere, 2014).

Sono una oblata, presto forse diventerò suora

«La mia vita prima era piena, ma incompleta, e oggi grazie alla fede posso dire di avere una vita felice» ha raccontato Daniela Rosati al settimanale Spy, in edicola domani. Spiegando: «Sono diventata oblata, consacrata all’ordine di Santa Brigida, e mi sono trasferita in Svezia dove la Santa fondò il suo Ordine». Però, non ha preso ancora i voti spiega.

«Non sono una “vera” suora – chiarisce – Ma un giorno spero di entrare in convento e di vivere in adorazione perpetua. Ci ho messo parecchio tempo prima di capire che questa era la mia missione, anche se ho visioni da quando sono piccola». Continuando: «I miei amici, la famiglia, gli affetti non ho smesso di frequentarli. Ma ho lasciato da parte la vita sentimentale e vivo in castità. Se mi manca il lavoro? Ho un po’ di nostalgia del periodo a Mediaset, sono stati gli anni più belli» (Il Secolo XIX, 11 gennaio).

Solo in Dio c’è la felicità

Daniela ha davvero le idee chiare: «Chi fa la volontà di Dio è felice. Ho capito che Gesù, nella sua misericordia, non ci abbandona mai, anche se in certi periodi della vita ci forgia nel fuoco. Lui mi ha sempre tenuta per mano, anche se sono una peccatrice. Per questo dico sempre a chi incontro: qualunque sia stata la tua vita, non è mai tardi per ritornare a Dio».

Dal Cristo al buddhismo e ritorno

Cresciuta nella fede cattolica se ne discosta nel periodo universitario, ma resta una sete di senso che gli anni di studio in architettura e la passione per il teatro prima e un avvicinamento alla fede buddhista poi non riusciranno a placare. E’ sempre lei, nella sua ultima intervista pubblica prima di oggi, a spiegarlo:

«Lego il mio avvicinamento al buddismo al desiderio che ho avuto, fin da piccola, di aiutare gli altri. Credo che sia una disposizione del cuore, un dono del Signore, che così mi ha preparato a un futuro con lui», chiarisce, aggiungendo che nei programmi che conduceva cercava sempre di far passare l’idea, verificata scientificamente, che la fede e una vita affettiva sana rendono le persone più preparate ad affrontare la malattia.
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Il futuro di cui parla arriva con la sua conversione, preparata da un episodio curioso. «Nel 2003 stavo vivendo una situazione di vita molto dolorosa. Grazie a una mia cara amica, Costanza, sono venuta a contatto a Varese con un frate francescano. Questi mi prese la mano e, stringendomela, mi disse qualche parola che mi consolò e incoraggiò molto». Qualche tempo dopo, a Roma, la folgorazione. «Entrai per caso nella chiesa delle suore Brigidine a piazza Farnese. In quel periodo stavo studiando la figura di Cristina di Svezia, una donna vissuta nel ’600, che si convertì al cattolicesimo rinunciando al trono. In chiesa c’erano alcuni pellegrini svedesi che stavano partecipando alla Messa nella loro lingua. Al termine una religiosa della comunità, suor Carla, mi avvicinò invitandomi a visitare le stanze di santa Brigida al piano superiore, dove morì e ricevette le rivelazioni mistiche. Mi avvicinai all’asse dove era solita sedersi e, all’improvviso, senza volerlo, sono caduta in ginocchio. Ho percepito chiara in me una parola: “Santità!”. Mi sono sentita illuminata come da un cono di luce e ho capito che dovevo cambiare vita» (Credere, 2014).

di Lucandrea Massaro per Aleteia.org

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