La notizia nella notizia è che oggi ci vuole un istante a rovinare un prete. La notizia vera, purtroppo, è che don Lazzaro è stato ucciso. Nessuno conoscerà mai i particolari. Sappiamo soltanto che un uomo ha provato a spillare soldi, ancora soldi, a chi lo aveva accolto e ha visto tradita la sua fiducia. Storie ordinarie per migliaia di preti che non fanno notizia. Storie ordinarie di quell’universo che è la vita di una parrocchia, di quell’accoglienza continua che non finisce mai sotto i riflettori, perché è inscritta nel ministero stesso di un sacerdote. Anch’essa ha il sapore del pane e del vino che egli porta all’altare per il sacrificio eucaristico. E che mai sarebbe accoglienza vera se non avesse quel sapore, se restasse ai margini di quell’offerta silenziosa e discreta che si unisce all’offerta di Cristo per la salvezza del mondo. Pure per la salvezza di questo povero incosciente. Un sacerdote ucciso è un sacerdote configurato al suo Signore fino in fondo. Se l’offerta porta frutto, il primo a goderne dev’essere quest’uomo dal cuore di ghiaccio. Ed è quello che dobbiamo saper sperare, se non vogliamo che sia vano un gesto tanto efferato, e tanto insignificante agli occhi di insegue soltanto notizie che non sono notizie. La miseria morale non è notizia. la calunnia non è una notizia. E’ notizia l’identificazione nel ministero sacerdotale fino alla consumazione imprevista. L’onore di don Lazzaro non è semplicemente salvo. Oggi è anche l’onore dei sacerdoti che non fanno notizia. Perché quella spranga li ha colpiti tutti, indistintamente. di don Antonio Ucciardo