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La scoperta che potrebbe salvare il mondo (dal virus). Ecco gli anticorpi super potenti che lo attaccano

Non tutti gli anticorpi sono uguali. Alcuni sono più muscolosi di altri, e questo con un nemico come il coronavirus può fare la differenza.

Per questo oggi uno dei fronti della ricerca si occupa di identificare gli anticorpi più forzuti nel sangue delle persone che dal Covid sono guarite. Il passo successivo è quello di ricrearli in laboratorio e usarli come terapia sotto forma di anticorpi monoclonali.

Il Covid-19 è mutato?
Il Covid-19 è mutato? (romasette.it)

Oggi – scrive Repubblica edizione on line – un gruppo guidato dall’università di Washington, di cui fa parte anche l’ospedale Sacco con l’infettivologo Massimo Galli, ha pubblicato su Science la scoperta di due anticorpi particolarmente muscolosi. Testati sui criceti, hanno messo ko Sars-Cov-2, bloccando la famosa spike (la punta della corona) che il coronavirus usa per legarsi alle cellule umane e il recettore Ace2 che funge da chiavistello di ingresso.

Mentre un solo anticorpo potrebbe non essere sufficiente a neutralizzare il virus, e anzi far sì che si selezionino dei ceppi resistenti, averne a disposizione almeno due può aiutarci ad ammanettare meglio il microrganismo. Diversi anticorpi, in realtà, sono stati selezionati anche in passato.

La sperimentazione sugli umani

Almeno tre aziende nel mondo stanno conducendo delle sperimentazioni anche sugli uomini. Al lavoro ci sono anche l’università di Roma Tor Vergata e la fondazione Toscana Life Sciences, con lo scienziato Rino Rappuoli, che pure ha isolato tre anticorpi particolarmente potenti. I primi trattamenti potrebbero arrivare in primavera.
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“Abbiamo ottenuto anticorpi potentissimi, che sono nella fase di sviluppo industriale e con cui speriamo di poter contribuire presto a contenere questa pandemia” ha scritto Rappuoli, microbiologo, direttore scientifico e responsabile dell’attività di ricerca e sviluppo di Gsk Vaccines a Rosia (Siena), in un articolo scritto per la rivista ‘Magistero del Lavoro.

“Si parte sempre da sangue di pazienti convalescenti, e usando tecniche di laboratorio molto sofisticate si cercano tra i milioni di cellule quelle rarissime che producono gli anticorpi che neutralizzano la spike del virus”. Poi questi anticorpi vengono ricreati in laboratorio e usati come farmaci.

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