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La grande disperazione dei bambini migranti. Storie che noi ‘cattolici buonisti’ facciamo finta di non vedere!

I bambini sono poco più della metà dei rifugiati del mondo. Molti di loro viaggiano separati dai genitori e arrivano da soli in paesi che non conoscono, esposti a violenze e abusi. Solo negli ultimi due anni, sono oltre diecimila i bambini migranti che, dopo essere arrivati in Europa, sono letteralmente scomparsi nel nulla

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Sono 7.770 i minori soli arrivati in Italia dall’inizio dell’anno: 6.800 sono non accompagnati. Tra loro anche casi simili a quelli della piccola Favour, che ha perso la mamma in un naufragio. Save the children: “Ci raccontano di aver subito violenze atroci”

C’è chi racconta di aver subito indicibili violenze, chi ha visto morire i compagni di viaggio in mare e chi nel naufragio ha perso anche i genitori. Sono sempre di più i minori stranieri che arrivano soli nel nostro paese. Dall’inizio dell’anno a oggi circa 7.700 bambini di cui 6.800 non accompagnati. “Una cifra tre volte maggiore a quella registrata nel 2015– sottolinea Giovanna Di Benedetto di Save the children- è una tendenza che ormai stiamo registrando da mesi. L’incremento dei minori è altissimo, molti di loro ci raccontano storie atroci”.

Orfani del Mediterraneo. Anche se la maggior parte dei minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia, ha tra i 14 e 17 anni e un progetto migratorio ben preciso, non mancano i bambini che arrivano soli dopo aver perso i familiari. Il caso che ha colpito di più l’opinione pubblica in questi giorni, è stato quello della piccola Favour, arrivata a Lampedusa a 9 mesi, perché la mamma è morta durante uno degli ultimi naufragi. La bimba nigeriana, però, non è l’unica: in questi giorni si stanno succedendo storie più o meno simili alla sua. Un bambino sudanese di 5 anni è arrivato a Lampedusa, dopo aver perso, anche lui, i genitori in mare. Stessa storia sabato a Pozzallo, quando a sbarcare è stata una bambina di 4 anni non accompagnata. La bambina ha affrontato tutto il viaggio da sola, la mamma è infatti morta in Libia, poco prima di imbarcarsi. Mentre il papà che vive in Svizzera le stava aspettando. “Per fortuna allo sbarco siamo riusciti a trovare gli zii e ora la piccola è affidata a loro – continua Di Benedetto -. Casi di bambini che arrivano soli perché i genitori sono morti nel viaggio purtroppo ci sono, almeno per ora sono storie gravi ma isolate e non ancora un fenomeno preoccupante”.

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Violenze sempre più atroci. A preoccupare, invece, sono le violenze che i minori raccontano di aver subito prima e durante i viaggi. Abusi sessuali, aggressioni fisiche, costrizioni psicologiche. “Queste purtroppo per noi non è una novità ma una tristissima conferma– aggiunge la responsabile di Save the children -. I loro racconti sono veramente orribili: ci parlano di violenze di ogni genere. Molti di loro sono stati picchiati ripetutamente prima di partire, anche solo per aver chiesto qualcosa in più da mangiare. Una ragazza era stata violentata e ha tentato il suicidio, altri ci dicono di aver visto morire gli amici. Arrivano qui devastati. Eppure – aggiunge- nessun essere umano, neanche un adulto, dovrebbe vivere un abuso. E’ chiaro che quando si tratta di un minore la situazione è doppiamente grave, ma da quello che ci raccontano lì nessuno viene risparmiato, né gli anziani, né le donne incinte”.

Una strage senza fine. Solo nei naufragi di quest’ultimo fine settimana si contano almeno 40 bambini morti in mare, ma secondo le stime potrebbero essere molti di più. “Una mamma ci ha raccontato di aver perso il figlio che stava allattando – aggiunge Di Benedetto – è terribile. A Pozzallo abbiamo raccolto la testimonianza dei superstiti, ci parlano di decine di bambini morti, il numero preciso non lo sappiamo, potrebbero essere molti di più. Di certo è già una cifra molto alta quella che abbiamo raggiunto, e che non vorremmo continuare ad aggiornare”.

di Redazione Papaboys fonte: Redattore Sociale

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