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La giovane Alexandra Mezher uccisa in Svezia in un centro di accoglienza profughi

Alexandra è morta mentre tentava di aiutare. Accoltellata a 22 anni per chissà quale motivo, uccisa da un giovane profugo 15enne che lei voleva soltanto assistere nel percorso verso una vita migliore. La Svezia è sotto shock dopo quello che è accaduto lunedì in un centro di accoglienza a Molndal, vicino a Goteborg.

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Alexandra Mezher, bionda di origine libanese, lavoratrice (c’è chi dice volontaria) nel centro a Molndal, dove aveva il compito della sistemazione dei ragazzi, è stata uccisa – per ora senza una spiegazione chiara – da un migrante adolescente che era stato accolto nel campo che ospita per lo più ragazzini fra i 14 e i 17 anni di svariate nazionalità.

Dopo l’aggressione la Mezher è stata trasportata d’urgenza all’ospedale Sahlgrenska Hospital ma le ferite erano troppo profonde e la giovane è morta poco dopo. I parenti la descrivono come “un angelo, una persona che voleva solo fare del bene”.

L’episodio, in una Svezia sovraccarica di profughi nei centri di accoglienza e, come negli altri paesi Scandinavi in parte esasperata per l’emergenza rifugiati, non fa che aumentare le tensioni. Fatto che avviene tra l’altro alla vigilia del voto, in Danimarca, di un provvedimento che prevede l’allungamento dei tempi del ricongiungimento familiare, fino a tre anni, nel tentativo di scoraggiare i parenti dei rifugiati a giungere nel paese.

Sia la Danimarca che la Svezia hanno infatti recentemente chiuso le frontiere e reintrodotto i controlli di confine per cercare di arginare i flussi migratori.

Il portavoce della polizia Thomas Fuxborg, proprio per non aumentare ulteriormente la tensione, ha preferito non diffondere la nazionalità di quello che si ipotizza sia il giovane assassino. Stefan Löfven, primo ministro, si recherà nel centro.

“Questi tipi di chiamate stanno diventando sempre più comuni. Abbiamo a che fare sempre di più con incidenti come questi”.


Redazione Papaboys (Fonte www.huffingtonpost.it/)

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