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La disperazione del fotografo eroe di Aleppo: in ginocchio in lacrime dopo aver soccorso un bambino ucciso

Il dolore di Abd Alkader Habak. Salgono a 126 le vittime dell’attentato, 68 sono bambini. Tra le vittime dell’attentato terroristico che ieri ha colpito un convoglio di pullman che stava evacuando profughi, in gran parte sciiti, in fuga dalla città siriana di Aleppo, almeno 68 sono bambini e 13 le donne. Lo rende noto l’Osservatore siriano per i diritti umani (Ondus). Il bilancio dell’attentato kamikaze è salito a 126 morti. Le operazioni di evacuazione dei civili sono riprese oggi: almeno 3000 siriani saranno trasferiti da Foua e Kfarya, mentre altri 200, in maggioranza combattenti, saranno evacuati da Zabadani e Madaya.

C’è una immagine che purtroppo racconta bene la strage. A terra, mentre piange, con la macchina fotografica in mano il fotografo Abd Alkader Habak è distrutto dal dolore. Doveva documentare l’arrivo ad Aleppo di civili in fuga da Foua e Kefraya e invece si è ritrovato a salvare vite.

Come racconta Repubblica “poco dopo l’esplosione, con altri colleghi presenti sul posto, ha messo da parte la fotocamera e ha provato a trascinare via dalle fiamme bambini e adulti. Il suo coraggio e il suo dolore, testimoniati dagli scatti di altre persone presenti sul posto, sono diventati immediatamente un simbolo della strage di Rashideen del 14 aprile, condivisi migliaia di volte su Twitter e Facebook. Nello scatto originale, accanto ad Abd Alkader Habak, c’è il corpo di un bambino ucciso dalla bomba. Sul suo profilo Twitter il fotografo, dopo l’attentato, ha scritto: “Quello che io e i miei colleghi abbiamo fatto dovrebbe ispirare l’umanità e tutti coloro che hanno contribuito a uccidere i bambini di Khan Sheikhan”.




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Fonte: Huffington Post

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