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La carezza a Papa Francesco della bimba che non vede

«Ti voglio bene». La bambina si alza sulle punte e tende le braccia fino a sfiorare il viso di  Francesco, ne percorre attenta i tratti con i polpastrelli, il capo chino, mentre il Papa la guarda come fosse lui a ricevere la benedizione, «ti voglio bene anch’io». La visita a sorpresa al centro per ciechi e ipovedenti «Sant’Alessio-Margherita di Savoia» di Roma è l’immagine della misericordia che Bergoglio ha messo al centro del suo pontificato.

 


C’erano cinquanta bimbi che non vedono dalla nascita, o divenuti ciechi per malattie gravissime, ad accogliere Francesco ieri pomeriggio. Li hanno chiamati «Venerdì della misericordia», le visite agli  esclusi che il Papa ha deciso di proseguire oltre il Giubileo. La misericordia come «realtà concreta»  nella quale «Dio rivela il suo amore come un padre o una madre che si commuovono fin dal  profondo delle viscere per il proprio figlio», spiegava: il verbo che nel greco dei Vangeli dice la  compassione di Gesù,  splanchnízomai, viene da  splánchna, l’utero materno. E Francesco, accompagnato dall’arcivescovo Rino Fisichella, si avvicina ai bambini, li abbraccia e li carezza e li  bacia sulla fronte, uno ad uno. È Sophie, nove anni, ad alzarsi in piedi per conoscere al tatto il volto  del Papa. «L’amore condiviso, le parole», scriveva in «Elogio dell’ombra» un grande poeta cieco amico di Bergoglio, Jorge Luis Borges. Le mamme non trattengono le lacrime, Francesco ha gli  occhi lucidi, «io prego per voi e voi pregate per me». Al piano di sopra ci sono 37 anziani, nella cappella ancora tanti ragazzini spesso affetti da disabilità plurime. Nessun discorso. «Francesco “tocca” la vita di persone delle quali la nostra società, oggi, neppure conosce l’esistenza», mormora  monsignor Fisichella.

Il video:

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Fonte:  www.corriere.it

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