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Iraq, rapiti dall’Isis altri 100 donne e bambini. E Maliki si dimette

iraq - CopiaVICENDE DALL’IRAQ – Mentre l’Isis rivendica il rapimento di 100 donne e bambini yazidi, gli Usa ridimensionano l’emergenza in Iraq facendo retromarcia sul piano di evacuazione di almeno 30mila appartenenti alla minoranza religiosa braccata dalle milizie di Al Baghdadi. Un piano di evacuazione della comunità yazida rifugiata sulle montagne intorno a Sinjar è «meno probabile» di quanto valutato in un primo momento, visto che gli osservatori militari americani sul posto hanno constatato che le loro condizioni sono meno gravi di quanto temuto, ha detto il portavoce del Pentagono, ammiraglio John Kirby.

Intanto il primo ministro iracheno Nouri al-Maliki ha deciso di rinunciare al potere e ha annunciato in tv che sosterrà il suo successore alla guida del governo, Haidar al-Abadi. Ritirato anche il ricorso contro il presidente. «Oggi vi annuncio il ritiro della mia candidatura in favore del fratello Haidar al Abadi», ha dichiarato Maliki.

Lunedì il presidente della Repubblica, Fuad Masum, aveva incaricato un altro esponente sciita, Haidar al Abadi, di formare un nuovo governo per favorire una riconciliazione con la comunità sunnita, nell’ottica di cercare di arginare l’avanzata dei jihadisti dell’Isis nel nord del Paese. Maliki, tuttavia, aveva rifiutato di dimettersi, definendo la decisione del presidente una «violazione della Costituzione» e presentando quindi un ricorso contro Masum. Maliki in precedenza era sembrato ignorare anche l’invito a lasciare formulato dalla massima autorità spirituale sciita del Paese, l’influente Grande Ayatollah Ali al Sistani.

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