R. – Tornare a restituire anche ai giovani la voglia di partecipare, di essere poi impegnati, perché – ad esempio – dalla solidarietà e dal volontariato passa anche una capacità di essere attivi, che poi si spende positivamente anche nel lavoro. E qui gli annunci che sono stati fatti sul tema del servizio civile universale ci fanno ben sperare, così come sull’impresa sociale abbiamo delle attese molto importanti.
D. – Quanto contate sulla stabilizzazione del 5 per mille? Perché ogni anno quel fondo cambia…
R. – E’ importantissimo il concetto che si può trasmettere: la possibilità del cittadino di orientare verso la solidarietà alcune scelte, anche dal punto di vista fiscale. Quindi è un dato culturale che serve a costruire, insieme ad altri, i mattoni di un patto sociale, di una visione di Paese, che cominci un po’ a cambiare.
D. – Però anche il vostro mondo non andrà un po’ depurato, perché ci sono alcuni soggetti che solo sulla carta fanno solidarietà: in realtà gli obiettivi sono altri, spesso scaricare i costi fiscali…
R. – Deve essere, questa, una occasione importante anche per fare chiarezza. Bisogna stanare i furbi e cacciarli da questo mondo.