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Il Sermig compie 50 anni e lo Statuto suggella la fedeltà alla Chiesa

IMG_9607pDopo 50 anni, arriva il riconoscimento canonico. Ieri sera (martedì 16, alle 21) l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, ha consegnato a Ernesto Olivero lo Statuto della Fraternità del Sermig, Servizio missionario giovanile, con cui la Chiesa torinese riconosce la “Fraternità della Speranza” che raccoglie i membri del gruppo impegnati nei tre “Arsenali” e nelle centinaia di servizi e attività dirette a poveri, giovani, famiglie.

Una lunga attesa. Il fondatore del gruppo, Ernesto Olivero, commentando la consegna dello Statuto, sottolinea il valore di questo documento: “Arriva dopo una lunga attesa. Ma è stata per noi un’attesa nella speranza che non tradisce. La fedeltà alla Chiesa per noi è essenziale, è il nostro stesso modo di essere, abbiamo investito tutto in questa fedeltà”. Con lo Statuto il Sermig viene infatti dotato degli strumenti giuridici per operare a pieno titolo nella Chiesa, torinese e universale, come comunità che ha compiuto scelte definitive in campo ecclesiale, ponendo i propri membri e la propria azione a servizio diretto della Chiesa stessa.

Obblighi e impegni. Il riconoscimento giuridico comporta una serie di obblighi e impegni, che vengono indicati nello Statuto; così come implica, da parte della diocesi di Torino, il riconoscimento delle “regole” con cui il Sermig intende perseguire le finalità del proprio ministero ecclesiale. La consegna dello Statuto arriva a conclusione di un iter molto lungo: già dieci anni fa l’allora arcivescovo cardinale Severino Poletto aveva approvato “ad experimentum” uno Statuto che poi in questi mesi è stato modificato e confermato definitivamente dall’Assemblea plenaria della Fraternità in data 31 luglio 2014. La richiesta formale di approvazione inoltrata a monsignor Cesare Nosiglia porta invece la data del 15 agosto, solennità dell’Assunzione di Maria Vergine (a Maria “Madre dei giovani” è dedicata la nuova chiesa dell’Arsenale di Borgo Dora).

Criteri trasparenti di gestione. Il Sermig come comunità di fedeli uniti in fraternità vive da tempo secondo una sua “Regola”, che è cosa diversa dall’attuale riconoscimento giuridico. Lo Statuto serve invece a inquadrare e ordinare le molteplici attività del Sermig in modo da rendere anche “trasparente” ogni scelta della gestione. Quali sono le caratteristiche salienti? Alla sede di Torino fanno capo tutte le altre sedi e attività del gruppo (gli Arsenali di Madaba in Giordania e di San Paolo in Brasile, le attività missionarie, ecc.); è l’Assemblea plenaria della Fraternità il massimo organismo deliberativo, da cui provengono le nomine degli “animatori”, cioè i responsabili dei tre rami (maschile, femminile, famiglie) in cui si articola la Fraternità. Sempre l’Assemblea nomina i “coordinatori”, responsabili della gestione pratica delle case e dei servizi. L’Assemblea sceglie anche un “padre” o “madre” come presidente della Fraternità: il suo incarico è di rappresentare l’intero Sermig e di esserne il segno e il garante di unità; il “padre” è eletto per 5 anni, rinnovabili per due mandati. Il fondatore, Ernesto Olivero, manterrà questo incarico a vita.

Il cuore pulsante. Il riconoscimento diocesano a Torino viene a cadere nell’anno in cui il Sermig celebra i 50 anni dalla fondazione e mentre si prepara il “mondiale”, il grande appuntamento dei giovani a Napoli, ai primi di ottobre (tutte le informazioni su www.sermig.org). Ma fra qualche mese dal Sermig uscirà anche il primo “prete torinese” cresciuto nella Fraternità e che ha completato gli studi nel Seminario subalpino; altri due nuovi sacerdoti formatisi al Sermig provengono dall’esperienza di San Paolo del Brasile. L’Arsenale di Torino rimane il cuore pulsante (e ora anche la “sede canonica”) dell’intera attività del gruppo, il centro da cui irradia una spiritualità fatta soprattutto di preghiera e (molto) lavoro comune, di spirito di dialogo e di incontro diretto con i poveri. Mons. Nosiglia, presentando lo Statuto, ha sottolineato il significato e il valore dell’esperienza del Sermig non solo per la Chiesa di Torino: è noto infatti che il gruppo dell’Arsenale è il punto di riferimento per l’animazione caritativa e missionaria di moltissimi gruppi giovanili, in Italia e non solo. L’arcivescovo ha poi aggiunto: “Ogni volta che la Chiesa riconosce una realtà che è nata nel suo seno come è stato per il Sermig da oltre cinquant’anni, secondo il volere di Dio e il carisma che lo Spirito ha suscitato, si arricchisce e offre a tutti il segno di quell’amore più grande di Gesù Cristo che continua a portare nel mondo, e ai poveri e ultimi in particolare, il suo vangelo di carità e di speranza”.

Di Marco Bonatti per Agensir

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