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Il Santo di oggi 17 Dicembre: San Giovanni de Matha. Vita e Preghiera

Oggi la Chiesa ricorda San Giovanni de Matha

Giovanni de Matha è stato il fondatore dell’Ordine della Santissima Trinità. Viene venerato come santo dalla Chiesa cattolica; il suo culto è stato approvato da papa Alessandro VII il 21 ottobre 1666.

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La vita

Nasce in Francia il 23 giugno 1154 a Faucon-de-Barcelonnette; la sua era una famiglia nobile.

Studiò teologia a Parigi e nel 1192 venne ordinato sacerdote, aveva quasi 40 anni.

Durante la sua prima Messa, al momento della consacrazione, ebbe in visione il Cristo Redentore che teneva tra le sue mani due schiavi – l’uno bianco, l’altro di colore – ai quali offriva la libertà redentrice.

Da questa mistica visione decise di dedicarsi completamente al riscatto degli schiavi cristiani in Africa.

L’Ordine della Santissima Trinità

In quegli anni, la pirateria mediterranea, negli assalti in mare e nelle scorrerie a terra, rastrellava gente giovane per venderla sui mercati nordafricani.

Egli intendeva fondare un nuovo e originale progetto di vita religiosa, con aspetti profondamente evangelici, nella Chiesa, unendo il culto alla Trinità e la liberazione dalla schiavitù. 

Per realizzare il suo progetto Giovanni si ritirò a Cerfroid, una località della regione di Valois, a circa 80 km da Parigi, conducendovi vita solitaria con alcuni eremiti già presenti nel luogo, il più importante dei quali è stato San Felice di Valois, considerato cofondatore dell’Ordine.

Con gli altri eremiti, in tre anni nasce, l’Ordine della Santissima Trinità e redenzione degli schiavi (abito bianco con croce rossa e azzurra sul petto, cappa e cappuccio neri).

Le sue comunità vivevano con una regola austera e nessuna ambizione estetica per le chiese e i riti.

L’elemosina raccolta da appositi collettori va per un terzo al mantenimento dei monaci, per un terzo all’assistenza di malati e pellegrini, e per un terzo al riscatto degli schiavi.

Ottenuta l’approvazione del papa Innocenzo III, nel 1199 parte la prima spedizione per il Marocco.

I Trinitari (così li chiamano) visitano mercati, prigioni, luoghi di lavoro, trattano con autorità e padroni, e liberano con regolare scrittura di riscatto i primi duecento schiavi; un notaio registra tutto, e così si farà sempre.

I marsigliesi si commuoveranno quando vedranno sbarcare duecento schiavi, con Giovanni de Matha che li accompagna alla cattedrale cantando il salmo In exitu Israël de Aegypto.

Il problema degli schiavi all’epoca era all’ordine del giorno: con una missione analoga nel 1218 san Pietro Nolasco fonderà a Barcellona i Mercedari. 

Nel 1209 l’Ordine avrà 30 case, e 600 verso il 1250, soprattutto in Francia e Spagna.

Agli ex schiavi malati o senza famiglia, l’ordine, dà accoglienza nei suoi ospizi.

San Giovanni de Matha
San Giovanni de Matha (Riegoli B.P. – 2000 – BeWeB – Beni Ecclesiastici in web)

Tra il 1199 e il 1207 il fondatore si lancia in un attivismo frenetico, per aumentare i centri di accoglienza, trovare denaro da ricchi e da poveri, moltiplicare le spedizioni di riscatto.

Papa Innocenzo gli dona a Roma la chiesa abbaziale di San Tommaso in Formis sul Celio, dove Giovanni crea un altro ospizio.

La Morte

Muore a Roma il 17 dicembre 1213 nel monastero di San Tommaso in Formis e il suo corpo venne tumulato nella chiesa adiacente.

Il 18 marzo 1655, Gonzalo de Medina e José Vidal, monaci trinitari, trafugarono le spoglie di san Giovanni de Matha dalla Chiesa di San Tommaso in Formis, per sottrarlo all’incuria in cui era tenuto, e lo trasferirono a Madrid, in Spagna.

Dopo diversi spostamenti, nel 1966, anno in cui le spoglie del Fondatore dei Trinitari furono traslate a Salamanca, nel Collegio dell’Ordine della Santissima Trinità, dove attualmente si trovano e riposano.

Giovanni de Metha è stato canonizzato da papa Alessandro VII il 21 ottobre 1666.

(Fonte santiebeati.it – Autore: Domenico Agasso)

Preghiera

O Dio, che con celeste visione ti degnasti d’istituire per mezzo di San Giovanni l’Ordine della Santissima Trinità, per redimere dal potere dei Saraceni i prigionieri, fa, te ne preghiamo, che col soccorso dei suoi meriti e della tua grazia siamo liberi da ogni servitù di anima e di corpo.

Per nostro Signore Gesù Cristo. Amen.

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