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Il Santo di oggi 12 Febbraio 2020 San Benedetto di Aniane, Abate

Oggi la Chiesa ricorda San Benedetto di Aniane (Abate)

San Benedetto d'Aniane
San Benedetto d’Aniane

San Benedetto, abate di Aniane, che propagò la regola di san Benedetto, affidò ai monaci le consuetudini da osservare e si adoperò molto per il rinnovamento della liturgia romana.

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La vita

Vitizia (nome orginale) è nato nel 750 (circa) nella potente famiglia di Agilulfo. Il padre era un nobile di origine visigotica che governava il territorio di Maguelonne, nel Sud della Francia, al tempo dei re franchi Pipino il Breve e poi Carlo Magno.

Nel 774 segue l’esercito di Carlo Magno, che viene in Italia per combattere contro i Longobardi; e un giorno rischia anche di affogare nel Ticino, presso Pavia, tentando di salvare un suo fratello caduto nel fiume.

Dopo questo fatto, che egli considera prodigioso, Vitizia torna in Francia con un monaco cieco, di nome Vidmaro, e insieme con lui entra nel monastero borgognone di San Sequano (St. Seine), dove prende il nome di Benedetto.

Passano cinque anni piuttosto contrastati: gli altri monaci non sopportano la severità della sua vita; e tuttavia, quando muore l’abate in carica, vogliono lui come successore.

Ad Aniane fonda un suo monastero

Ma Benedetto se ne va: questa gente non gli piace. E rieccolo nel Sud della Francia, ad Aniane, presso Montpellier, dove fonda per conto suo un monastero.

Nella Francia dell’epoca ci sono comunità monastiche governate dalla regola di san Benedetto da Norcia, e altre che si ispirano all’irlandese san Colombano; e non mancano poi quelli che si ispirano al monachesimo anacoretico orientale.

Benedetto si avvicina dapprima a questi ultimi; ma alla fine non si ritrova nel loro aspro ascetismo individuale e adotta il modello benedettino, che ritiene più in sintonia con i tempi e con la tradizione dell’Occidente.

San Benedetto di Aniane
San Benedetto di Aniane

Benedetto è un uomo che agisce come predica

Detta norme severe ed è lui per primo a osservarle, ancora prima di esigerne l’osservanza dagli altri. Anche se poi si accorge che quelle norme così severe impongono troppa preghiera, a scapito del lavoro. Uno squilibrio di vita che mette in crisi l’economia dei monasteri e anche la loro indipendenza dal potere imperiale.

Benedetto, con la sua volontà e il suo esempio, non giunge a realizzare il sogno di comunità austerissime e libere. Ma mette un freno al rilassamento, con tutti i gravissimi pericoli che comporta; e la sua opera di animazione liturgica sarà poi continuata e sviluppata dal monachesimo di Cluny.

La Chiesa ricorda anche il suo contributo di teologo alla difesa della dottrina cristiana contro le teorie degli “adozionisti” diffusesi in Spagna; per questo scopo, Benedetto viaggia, scrive, istruisce vescovi e preti.

La morte

Gli ultimi anni della sua vita, li trascorre, nell’abbazia di Cornelimünster (Germania), vicino alla residenza imperiale di Aquisgrana, dove è spesso chiamato per consiglio da Ludovico il Pio. E proprio qui muore il 12 febbraio 821.

Viene seppellito a Cornelimünster, i suoi resti andranno poi dispersi.

Redazione Papaboys

 

Fonte santiebeati.it – Autore: Domenico Agasso

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