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Il Santo del giorno 1 Agosto 2020 Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, inventò ‘Tu scendi dalle stelle’

Oggi la Chiesa ricorda Sant’Alfonso Maria de’ Liguori

Alfonso Maria de’ Liguori è stato un vescovo cattolico e compositore italiano, fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore, autore di opere letterarie, teologiche e di celebri melodie.

La vita

Nasce a Marianella nei pressi di Napoli, il 27 Settembre 1696. Era il primo di otto figli di una nobile famiglia del napoletano.

Il padre Giuseppe era ufficiale di marina e la madre, Anna Cavalieri, apparteneva al casato dei marchesi d’Avenia.

Venne affidato sin da piccolo a precettori di rango, tra cui il pittore Francesco Solimena che gli insegnò i rudimenti della sua arte in cui, negli anni a venire, Alfonso diede prova di abilità.

All’età di soli dodici anni si iscrisse all’Università di Napoli e quattro anni dopo, nel 1713 conseguì il dottorato in diritto civile e canonico (dopo aver sostenuto un’esame col grande filosofo e storico Giambattista Vico), cominciando ad esercitare la professione di avvocato già all’età di sedici anni grazie ad una speciale dispensa vicereale. In questi primi anni di vita si dedicò anche agli studi nel campo della musica e delle scienze.

Nel 1718 ottenne la nomina a giudice del “Regio Portulano” di Napoli e dopo pochi anni era già ambasciatore del viceré cardinale Altan.

La vocazione

Le sue frequentazioni alla Confraternita dei Dottori presso l’Oratorio dei Filippini con l’assunzione del compito di visitare e di assistere i malati del più grande ospedale di Napoli, chiamato degli Incurabili, furono l’occasione che gli permisero di avviarsi sul cammino verso il seminario.

Un cammino tuttavia non facile, vista l’opposizione del padre che lo voleva sposo di una lontana parente, ma facilitato da una delusione professionale.

Fu così che, il 27 Agosto 1723 deponendo la sua spada da cavaliere ai piedi della statua della Madonna della Mercede pronunciò le parole che lo portarono verso il sacerdozio: “mi impegno a entrare fra i Padri dell’Oratorio“.

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Fu ordinato sacerdote il 17 dicembre 1726, all’età di trent’anni e, come risultato di un compromesso con il padre, sempre contrario alla sua scelta, non poté entrare nell’ordine dei Filippini, divenendo sacerdote diocesano con residenza nella casa paterna.

Non limitando la sua predicazione alle chiese, organizzò delle riunioni serali (le cosidette “Cappelle serotine”), chiamando a raccolta i fedeli più umili a cui spiegava il Vangelo con modi semplici davanti alla chiesa di Santa Teresa degli Scalzi. Le riunioni vennero inizialmente ostacolate dalle autorità civili e religiose ma, in seguito alla caparbietà del sacerdote e dei suoi fedeli, furono approvate dal Cardinale Pignatelli.

Nel 1730, per riprendersi dai postumi di una malattia ai polmoni, fu inviato dai medici sulle alture di Scala e Ravello, nel salernitano, dove iniziò la sua opera di divulgazione della Parola di Dio ai poveri contadini.

La Congregazione del Santissimo Redentore

Nel 1732 lasciò definitivamente Napoli ritirandosi nuovamente a Scala dove fondò la Congregazione del Santissimo Redentore (conosciuti anche come Redentoristi), approvata nel 1749 da Papa Benedetto XIV. La sua vita si fece missione e servizio per i più abbandonati, infatti, l’attività peculiare dei Redentoristi è quella  “Portare la Buona Novella ai poveri abbandonati”.

La vita della nuova Congregazione fu travagliata a causa dei divieti tipici di un’epoca alquanto ostile agli ordini religiosi, ma il sacerdote, forte della sua esperienza giuridica, escogitando la formula di Congregazione religiosa, pienamente legale nel Regno di Napoli, riuscì a reggere a tutte le pressioni contrarie.

I Redentoristi, con la loro predicazione improntata alla semplicità apostolica, raggiunsero con le loro missioni vaste zone del Regno giungendo sino in Italia centrale ed in Polonia.

Negli anni successivi alla fondazione della Congregazione, Alfonso si dedicò alla stesura di numerose opere ascetiche, dogmatiche, morali ed apologetiche, tra cui la Theologia moralis (1753-1755) e “La pratica del confessore” (1755). Fu anche compositore di molte canzoni in lingua italiana e dialettale, tra cui la famosissima “Tu scendi dalle stelle“.

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Nel 1762 fu consacrato vescovo di Sant’Agata de’ Goti da Papa Clemente XIII, incarico che dovette abbandonare nel 1775 per problemi di salute (soffriva di una forma di artrite che gli incurvò la spina dorsale).

La morte e il culto

Si trasferì nella casa dei Redentoristi di Pagani, dove rimase fino alla morte che lo colse il 1 Agosto 1787.

Venne beatificato nel 1816 e papa Gregorio XVI lo proclamò santo nel 1839.

Papa Pio IX lo proclamò dottore della Chiesa nel 1871 a soli 84 anni dalla morte.

Papa Pio XII nel 1950 gli conferì il titolo di “celeste Patrono di tutti i confessori e moralisti“.

È patrono anche della città di Napoli.

Sant'Alfonso Maria de' Liguori
Sant’Alfonso Maria de’ Liguori

I Redentoristi oggi

I missionari Redentoristi continuano il carisma di Alfonso nella Chiesa e nella società. “Sono apostoli di fede robusta, di speranza allegra, di ardente carità e acceso zelo. Non si vantano di se stessi e praticano la preghiera costante. Come uomini apostolici, e figli genuini di Sant’Alfonso, seguono gioiosamente Cristo Salvatore, sono partecipi del suo mistero e lo annunciano con semplicità evangelica della sua vita e della sua parola. Con piena disponibilità per tutto ciò che è difficile, come frutto della abnegazione di se stessi, vivono preoccupati per portare agli uomini la redenzione abbondante di Cristo” (Costituzioni n. 20).

I Redentoristi vivono in comunità missionarie, aperti all’accoglienza e alla preghiera come Maria di Nazareth. Per mezzo delle missioni, gli esercizi spirituali, l’apostolato ecumenico, il ministero della riconciliazione e l’insegnamento della Teologia Morale, proclamavano l’amore di Dio nostro Padre che in Gesù si fa misericordia infinita, vicinanza e Parola di Vita che alimenta il cuore umano e gli dà ragioni per vivere e costruire la sua storia in libertà e solidarietà con gli altri. E, come Alfonso, fanno un’opzione molto chiara in favore dei più poveri perché affermano la sua grandezza e dignità e credono che sono i destinatari preferiti della Buona Novella.

I Missionari Redentoristi sono 6.000 circa; lavorano in 76 nazioni dei 5 Continenti, aiutati da molti uomini e donne che collaborano nella missione e formano la Famiglia Redentorista. “La nostra Signora del Perpetuo Soccorso” è l’icona missionaria della Congregazione.

Redazione Papaboys

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