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Il prete che dà la comunione in aeroporto a dipendenti e disperati

I disperati che frequentano Malpensa sono principalmente africani, romeni, libici: gran parte di loro trascorre le giornate in giro per il Varesotto a cercare lavoro, mentre la sera ritornano a dormire in aeroporto. Per tutti loro don Ruggero Camagni, il cappellano dello scalo varesino, è più di un amico, un confidente. Da 10 anni celebra la Messa nella sua cappella di Malpensa affollata dai migranti di diverse etnie e religioni. Ma non si limite a questo ruolo.

don Ruggero Camagni

“MI AIUTA LUI IN TUTTO”

«Vivo qui da cinque anni – racconta Mustapha, ghanese, diventato il “braccio destro” di don Ruggero -. Ho lasciato la mia famiglia, mamma e due fratelli, perché la situazione nel mio Paese è molto difficile: purtroppo, però, non sono ancora riuscito a trovare lavoro, e il mio permesso di soggiorno scade nel 2017. Don Ruggero mi aiuta in tutto: soldi, vestiti, cibo, medicine… Se ho bisogno di qualcosa, lui c’è».

UNO SPAZIO PER I MUSULMANI

Nella piccola cappella dello scalo, semplice e molto ben curata, balza all’occhio un foglio attaccato a una parete con la scritta «Est» e, poco distante, un tappetino collocato sul pavimento. È lo spazio di preghiera riservato ai musulmani, ricavato all’interno di un luogo di culto cattolico: simbolo del sentimento di apertura che contraddistingue don Ruggero. «A qualcuno non è piaciuta questa iniziativa – rivela il sacerdote – ma l’accoglienza si fa anche così».

I LUOGHI DELLA PREGHIERA

Una “scommessa” che prevarica anche i documenti ufficiali della Chiesa cattolica che invece non prevedono la preghiera nello stesso luogo di culto tra cristiani e non cristiani, come evidenzia il documento del 2002 “Pace nel mondo, dialogo fra i cristiani e fra le religioni” del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità tra i cristiani.

In esso si precisa che «i cristiani e i seguaci delle altre religioni possono pregare, ma non possono pregare insieme. Ogni sincretismo è escluso. Nondimeno essi condividono il senso ed il rispetto di Dio o del Divino ed il desiderio di Dio o del Divino; il rispetto per la vita, il desiderio della pace con Dio o con il Divino, tra gli uomini e nel cosmo; essi condividono molti valori morali».

“IL MIO PICCOLO MONDO”

«La situazione – racconta don Ruggero – è molto più tranquilla rispetto ad altri periodi: di episodi di criminalità ce ne sono sempre meno. Questo è un piccolo mondo, ed io cerco di fare il possibile. Prima o poi però spero che arrivi qualcuno ad aiutarmi, perché da solo è impossibile star dietro a tutto».

PAURA E PRECARIETA’

L’aeroporto di Malpensa è come una grande città: nell’arco di 24 ore vi lavorano circa 8 mila persone e vi transitano in media 50 mila viaggiatori. Ciò che più contraddistingue la popolazione dello scalo è «la fretta», spiega il cappellano, senza contare che i turni non favoriscono i rapporti tra le persone. Ma da alcuni anni si toccano con mano anche «la precarietà e l’incertezza» del posto di lavoro a causa della crisi economica, cui si aggiungono «la paura» e «l’individualismo».




“MOLTI MI CHIEDONO LA CONFESSIONE”

Quando era parroco, molto tempo lo spendeva «a organizzare e ad aspettare le persone – spiega -. Qui invece ho capito che devo andare io da loro». Per questo «almeno un pasto al giorno cerco di viverlo alla mensa aziendale». I suoi parrocchiani, infatti, sono anche i dipendenti e tutto il personale che lavora in aeroporto, come pure i viaggiatori di passaggio. «Quando chiedono i sacramenti, specie la Riconciliazione – dice il sacerdote – rivelano “storie di fede” che mi aiutano a sentire quanto è fantasiosa l’azione di Dio».

GUIDA SPIRITUALE

Oltre alla Messa e alle confessioni, don Ruggero risponde alle richieste di preparazione al Battesimo, Cresima, Matrimonio e opera come guida spirituale. «Le relazioni che vivo in aeroporto sono molto gratificanti – assicura – con l’unico rincrescimento di non poter arrivare a tutti e soddisfare le molte richieste».





Redazione Papaboys (Fonte it.aleteia.org/Gelsomino Del Guercio)

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